MANTOVA Un anno di reclusione per aver violato in più occasioni il provvedimento di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati, sia di residenza che di lavoro, dalle persone offese. Questo quanto chiesto ieri dal pubblico ministero, all’esito della requisitoria, nei confronti di Lorena Buzzago già condannata a suo tempo per atti persecutori perpetrati ai danni del sindaco di Mantova Mattia Palazzi e del consigliere comunale Pierluigi Baschieri e quindi finita nell’occhio del ciclone per la pubblicazione clandestina del libro “50 e più… sfumature di giallo”. Anche siffatto caso di specie, infatti, come del resto altri similari giudizi a lei instaurati, deriva da tale stessa vicenda per stalking con parti offese sempre i summenzionati amministratori pubblici locali. In sostanza, stando al novero delle contestazioni ascrittele, tra il settembre e l’ottobre del 2019, avrebbe disatteso reiteratamente la misura cautelare, secondo quanto disposto dall’articolo 387 bis del codice penale, applicatale il 5 luglio di quello stesso anno dal gup Beatrice B e rg a m a s c o, avvicinandosi in misura inferiore al limite di 200 metri dai luoghi frequentati da sindaco e consigliere, in particolare alla sede municipale di via Roma. In avvio d’istruttoria era stata quindi chiamata a testimoniare in aula l’unica parte civile costituitasi a giudizio, vale a dire Pierluigi Baschieri, a fronte della contestuale rinuncia a prender parte al procedimento del primo cittadino virgiliano, anch’esso però inizialmente inserito nella testi della pubblica accusa. Nello specifico, come altresì riferito nella circostanza dallo stesso teste, l’imputata sarebbe stata vista più volte, in quel preciso lasso temporale, a sostare davanti a bar o negozi in piazza Marconi, nonché, in altre occasioni avvistandola lui stesso in prossimità della propria abitazione. Incontri, che avevano spinto la parte lesa a sporgere querela in questura per inosservanza del provvedimento dell’autorità giudiziaria, condotta che l’avrebbe portato a modificare le proprie abitudini quotidiane, onde evitare di incrociarla di nuovo. Una ricostruzione, al contrario ricusata dal difensore dell’imputata, l’avvocato Beatrice Lombardo, che in sede di discussione ha proposto sentenza assolutoria per la propria assistita sulla scorta di un’erronea lettura da parte degli inquirenti delle prescrizioni impartite dal gup circa il distanziamento di 200 metri da mantenersi in riferimento non ai luoghi ma bensì alle persone offese. Verdetto atteso nella seduta del prossimo n ove m b r e . L’ESCUSSIONE Maltrattamenti, presunta vittima sentita dal Gip Era stato arrestato lo scorso febbraio per l’ipotesi di maltrattamenti in famiglia e lesioni perpetrati in modo reiterato ai danni della propria compagna. A finire in manette in tale circostanza, a seguito dell’avvio della procedura legislativa del codice rosso da parte della procura di via Poma, un cinquantenne residente nell’hinterland. Una vicenda che vedrebbe la persona offesa vittima d