MANTOVA Il gruppo Tavecchio risponde punto su punto alle affermazioni del figlio di Giuseppe Baretti, Andrea, che in un’intervista ha detto di sostenere Pasquali e che il padre, attualmente ricoverato in ospedale, sarebbe più vicino idealmente al delegato bresciano. Nella stessa intervista Andrea Baretti ha attaccato i consiglieri “non dimissionari”.
«Lascia fuori il buon nome di tuo padre. Non ti accorgi che nessuno dei candidati è mai entrato nell’argomento? – affermano i candidati del gruppo Tavecchio – Questo lo si è fatto per preservarlo da ogni attacco elettorale. Sai bene che i sostenitori di Carlo Tavecchio sono tanti in Lombardia e, così, lo esponi al chiacchiericcio di argomenti che tutti conosciamo ma che erano sorpassati, perché dai l’idea che più che difendere il buon nome di Beppe tu voglia difendere gli interessi famigliari. Devi avere più senso di responsabilità ed equilibrio. Tuo padre ti insegnerebbe a non esporre la famiglia ai media! Lo si fa solo se non ci sono altri argomenti, perché questo innesta la macchina del fango e coinvolge persone lontane da questi meccanismi portando sofferenza! Andrea, rifletti di più sulle conseguenze prima di agire! Così facendo esponi il suo nome alle critiche delle persone che fino ad oggi tutti i candidati erano riusciti ad evitare. Specificheremo solo una volta quanto accaduto perché non ci troverai mai più in accordo nel parlare di Beppe». «La salute non gli avrebbe mai permesso di affrontare un secondo mandato. Ha una sfida ben più grande da affrontare. Ha sempre espresso il grande desiderio di essere Vicepresidente d’area Nord – rivelano i candidati di Tavecchio -, impegno che gli avrebbe consentito di mantenere la testa nel calcio ma la tranquillità materiale di poter affrontare la strada che lo aspetta. Pochi giorni prima del ricovero chiamò gli amici più cari ed i Vicepresidenti, tra i quali Paola Rasori che si è sempre occupata della parte stampa del CRL, per chiedere di scrivere un comunicato dove esprimeva la sua non candidatura in via ufficiale perché non se la sentiva anche a fronte delle sorprese che questo percorso gli ha amaramente riservato». «Non era in accordo né con Tavecchio né con Pasquali. Di quest’ultimo – ricordano i candidati di “Lombardia al centro” – non condivideva i modi e nemmeno la conferma di nomina a delegato provinciale perché non condivideva il suo modus operandi. Sapeva da tempo della sua volontà di candidatura al suo posto. Beppe, non ama caratterialmente le sfide elettorali, non ha mai amato leggere critiche sulla sua persona o sul suo operato sui giornali. Non avrebbe mai fatto commissariare un Comitato. Noi Beppe lo conosciamo così, ci abbiamo tutti parlato e ci siamo tutti confrontati. Oggi non ha nemmeno la disponibilità dei cellulari per comunicare e ancora meno la testa per parlare di elezioni!». «Stai danneggiando la sua figura – ammoniscono -, perché come spesso accade , i figli non sono all’altezza della guida dei genitori che, per amore loro e per aiutarli, si sono esposti a passi rischiosi ricevendo non pochi grattacapi. Mai e mai più ci coinvolgerai in tale argomento!». «Beppe Baretti e le sue vicende personali – concludono -, devono trovare rispetto in un dignitoso silenzio! Con l’unico augurio che possa stare bene prima possibile e ritrovare gli affetti di sempre. Invitiamo tutti a far calare il sipario su temi così fuori luogo perché questi articoli diventano provocazioni che , se colte, faranno si che la campagna elettorale si sposti su temi personali aberranti e non calcistici».