VILLIMPENTA Commozione ieri pomeriggio a Nogara per l’addio al medico di famiglia 62enne Nicola Tuzza . I funerali si sono celebrati nella chiesa parrocchiale del paese, che in osservanza delle misure anti-contagio ha potuto ospitare “solo” duecento persone. Ovviamente molte meno di quelle che avrebbero voluto accedervi per dare l’ultimo saluto al professionista morto mercoledì scorso lungo la Regionale 10 mentre stava rincasando a Nogara in sella al suo scooter dopo una visita domiciliare ad un paziente (nel frattempo proseguono le indagini di inquirenti e forze dell’ordine per cercare di risalire al mezzo che si pensa possa aver urtato la moto di Tuzza, ndr). Per questo è stato predisposto un opportuno e attento servizio di sicurezza, così da consentire anche a coloro che non hanno potuto entrare di ascoltare la cerimonia funebre dall’esterno grazie agli altoparlanti. Tanti i pazienti che anche ieri hanno espresso ai familiari vicinanza e affetto dimostrando gratitudine e riconoscenza. Il Comune ha invitato l’esposizione a mezz’asta della bandiera italiana in suo ricordo. Prima di giungere a Nogara, il carro funebre si è fermato qualche istante a Sanguinetto dove Tuzza aveva l’ambulatorio medico e uno studio dentistico. L’altro lo aveva in via Papa Giovanni XXIII a Villimpenta, dove qualcuno ha affisso sulla serranda abbassata per lutto un semplice ma significativo biglietto con scritto “Ciao Nicola”. Rispetto a tanti colleghi, Tuzza era solito recarsi a visitare i propri assistiti anche a domicilio, dispensando consigli utili ai più anziani per evitare di contrarre il Covid e mettendosi a disposizione per fare i tamponi. Una persona estremamente generosa, dal cuore d’oro, che lascia un vuoto difficilmente colmabile non solo a Sanguinetto e nella “sua” Nogara – dove viveva con la compagna Carmen e dove risiedono il figlio Davide , la mamma 93enne Fedora e la sorella Marina – ma anche a Villimpenta dove da tanti anni gestiva il suo studio dentistico. Studio che nei mesi estivi spesso raggiungeva in bicicletta. Era un grande sportivo – molti lo ricordano impegnato in interminabili sfide a ping-pong – e negli ultimi tempi si era dedicato alle arrampicate in solitaria e al bungee jumping: passioni che avevano anche la finalità di raccogliere fondi a sostegno dell’Aido nogarese, di cui era presidente. Credeva nella cultura del dono (le sue cornee e valvole cardiache permetteranno la rinascita di altre vite, ndr) e nell’altruismo per rendere la società migliore («anca se l’è mia facile», ironizzava). Per anni era stato guardia medica al Pronto soccorso dell’ex ospedale “Stellini” di Nogara e ultimamente trovava anche il tempo per salvare gli animali abbandonati o in difficoltà, collaborando con la Lega per la difesa del cane di Legnago. Una persona unica, solare e scherzosa, scomparsa purtroppo troppo presto. Dopo la cerimonia funebre la salma è stata tumulata nel cimitero locale.
Matteo Vincenzi