VILLIMPENTA – Se tutti, anche quelli che non seguono il calcio, sanno chi è Paolo Maldini , pochi ne conoscono le sfaccettature del carattere. A tracciarne un ritratto ricco di curiosità ai più sconosciute, è stato lo scrittore mantovano Diego Guido . “Paolo Maldini, 1041”, è il titolo del suo libro presentato venerdì nel Castello di Villimpenta, davanti ad un pubblico numeroso e interessato. L’evento ha aperto il palinsesto estivo promosso dall’assessorato alla Cultura del Comune di Villimpenta in collaborazione con Polisportiva e Biblioteca “G. Rodari”. A dialogare per oltre un’ora con l’autore, il giornalista della Voce di Mantova Matteo Vincenzi . Ne è nato un “viaggio” a ritroso nel tempo, partito dal debutto di Maldini in un freddo pomeriggio del gennaio 1985, quando Nils Liedholm lo face debuttare contro l’Udinese e arrivato fino all’attualità, dove Maldini svolge l’incarico di dirigente per la società di via Aldo Rossi. Una lunga intervista dove l’autore si è soffermato sugli aneddoti emersi del colloquio avuto con il protagonista del suo libro (256 pagine edite da 66thand2nd), ma anche con Arrigo Sacchi, Massimo Ambrosini, Cesare Prandelli e Giancarlo Capelli, detto “Il Barone”, uno dei leader storici della curva Sud del Milan. Passando in rassegna i capitoli del libro, i due interlocutori della serata, entrambi tifosi rossoneri, hanno ripercorso le tappe della straordinaria carriera di una delle ultime bandiere del calcio italiano in un ping pong di racconti andato in deroga a ogni luogo comune. D’altronde nello stesso libro di Guido emerge chiara l’istanza dell’individuo che trasgredisce al codice non scritto delle convenzioni, ma sempre nel rispetto dei ruoli e con la serietà che gli è unanimemente riconosciuta in maniera trasversale. (m)