Emergenza Covid-19: 1280 le imprese mantovane acora aperte

MANTOVA –  Secondo lo studio della Cisl regionale, sulla base del dato nazionale si conferma l’importanza dell’impatto del Decreto sul territorio lombardo che, da solo, rappresenta il 18,6% delle imprese che in queste settimane non saranno interessate dal lockdown. Un confronto tra le 20 regioni enfatizza il peso che, al di là della sola Lombardia, conservano anche in questa difficile situazione i territori del cosidetto nuovo Triangolo Industriale, Veneto, Emilia-­‐Romagna e Lombardia; in quali tutti insieme pesano il 35,1% delle imprese lasciate aperte dal Dpcm del 22 marzo 2020.
Unioncamere Lombardia ha censito per il 2019 257.819 società di capitali attive in Lombardia: sono dunque 113.219 quelle con almeno 1 dipendente considerate dallo studio della Cisl Lombarda, di queste 38.766 operano nei settori ATECO indicati all’Allegato 1 del Dpcm 22 marzo 2020 (rivisto), e rappresentando il 34,2% dell’universo produttivo delle società di capitali lombarde con almeno 1 dipendente. In Lombardia queste imprese generano un volume di affari e un impatto economico rilevante, con ricavi dalle vendite pari a 356.135.932.000 € (2018) e pagando salari e stipendi per 42.875.948.000 € all’anno (2018).
La distribuzione del dato lombardo dimostra una certa eterogeneità nella presenza di imprese aperte sulle diverse province: in particolare un’elevata concentrazione interessa le città di Milano (44,3%), di Brescia (11,4%), di Bergamo (10,5%) e di Monza-­‐Brianza (7,3%). Mantova rappresenta il 3,3% pari a 1280 delle imprese Lombarde. Vedi figura 1.