Abusi sulla nipotina, nonno stangato

MANTOVA Tre anni e quattro mesi di reclusione con rito abbreviato per aver abusato in modo reiterato della propria nipotina, all’epoca solo una bambina. Questo quanto deciso ieri, dal giudice per l’udienza preliminare Arianna Busato, nei confronti di un ottantenne italiano finito alla sbarra con l’accusa di violenza sessuale su minori. I fatti a lui ascritti, decisamente risalenti nel tempo, afferivano al periodo compreso tra il 2005 e il 2007, quando la vittima aveva tra i quattro e i sei anni d’età.
Nello specifico gli atti di abuso a lui addebitati erano constati in ripetuti palpeggiamenti nelle parti intime ogni qualvolta la piccola era affidata dai genitori al nonno paterno. Fino a quando, dopo tanti anni di silenzio, la stessa persona offesa, oggi maggiorenne, aveva dissepolto una drammatica verità. Confidandosi con la madre aveva dunque rivelato le morbose attenzioni perpetrate ai suoi danni dal nonno in numerose occasioni domestiche.
Scattata la denuncia, l’anziano era così finito dapprima indagato e quindi rinviato a giudizio circa l’ipotesi di reato di violenza sessuale su minore. E a ripercorrere l’intera vicenda, diverso tempo dopo in sede di incidente probatorio innanzi al giudice per le indagini preliminari di via Poma, era stata infine la stessa bimba, nel frattempo divenuta adolescente. In un’audizione protetta, la vittima aveva così riferito di tutte quelle volte in cui, lasciata da mamma e papà a casa del nonno nel Viadanese, lui la toccasse allungando le mani sotto la gonnellina. Comportamenti che la «facevano stare male» anche se, data la giovanissima età, «non era stata in grado pienamente di comprendere» e a cui, in ogni caso, «non aveva avuto mai il coraggio di ribellarsi». Inoltre, sempre in tale contesto, si erano registrate a sorpresa ulteriori dichiarazioni della ragazzina che aveva rivelato al giudice di aver ricevuto minacce e percosse dal padre per costringerla a non testimoniare contro il nonno.