Accoltellamento in via Grossi, convalidato l’arresto in carcere del tunisino

MANTOVA  Confermata la custodia cautelare in carcere circa l’ipotesi accusatoria di tentato omicidio. È quanto deciso ieri mattina, a scioglimento della riserva presa all’esito dell’interrogatorio di convalida dell’arresto, dal giudice per le indagini preliminari di via Poma Arianna Busato, nei confronti di Mohammed Gorbali, il giovane tunisino finito in manette per l’aggressione all’arma bianca perpetrata ai danni di un 25enne suo connazionale. L’arrestato, un pregiudicato di qualche anno più grande della persona offesa e orbitante stabilmente nel capoluogo virgiliano benché ufficialmente senza fossa dimora, era stato rintracciato dai carabinieri del comando via Chiassi nella tarda serata di martedì, a poche ore di distanza dal fatto di sangue occorso quello stesso pomeriggio in via Ludovico Grossi. Erano infatti le 15.30 del 10 gennaio quando in corrispondenza del Caribe Caffè  (nei confronti del quale il questore di Mantova ha adottato un provvedimento di sospensione della licenza per 7 giorni in relazione a questo fatto), all’inizio del quartiere di Valletta Valsecchi era scoppiata una furibonda lite tra due stranieri: la vittima, in quel momento in compagnia della fidanzata italiana, aveva infatti iniziato a discutere animatamente con l’altro soggetto suo conoscente, a quanto appurato per una pregressa vicenda di debiti mai saldati. Dopo una prima colluttazione, nello spiazzo retrostante il bar, Gorbali aveva quindi estratto di tasca un coltello attingendo il rivale al torace, all’altezza dell’ascella sinistra, lesionandogli la pleura. A quel punto il 25enne ferito, reggendosi in piedi a fatica, aveva cercato riparo dal proprio assalitore rifugiandosi all’interno del locale pubblico e stramazzando al suolo non appena raggiunto il bancone. Ricoverato d’urgenza nel reparto di chirurgia toracica del Carlo Poma era stato quindi sottoposto ad un delicato intervento di sutura. L’altro invece, si era dato a precipitosa fuga in direzione di corso Garibaldi. Fino alla sua cattura, arrivata a stretto giro nella stessa tarda serata, da parte dei carabinieri del comando di via Chiassi. In sede di interrogatorio l’uomo aveva però riferito al Gip di aver agito solo per legittima difesa, in quanto a sua volta colpito al volto da un fendente sferratogli dal rivale, anch’egli in possesso di un coltello; quest’ultima arma era stata la sola, tra le due, a venire poi ritrovata dai militari dell’Arma.