Al setaccio computer e rete di contatti della banda dei falsi Green Pass

MANTOVA Il più vecchio ha 21 anni, il più giovane appena 16. Di questa “banda dei 4” finita sulle prime pagine dei giornali per la truffa dei falsi Green pass, uno è un 21enne di Motteggiana, mentre l’altro maggiorenne è un 20enne di Reggio Emilia. Con loro sono finiti sotto indagine due minorenni: un 17enne di Milano e un 16enne di Foggia. Su di loro, tutti incensurati, gli agenti della Polizia Postale stanno svolgendo ulteriori indagini per accertare se dietro di loro ci possa essere una regia occulta, e per questo motivo hanno eseguito perquisizioni con sequestri di supporti quali computer, hard disk e altri dispositivi. Il tutto è ora al vaglio degli inquirenti per verificare se ci si trova di fronte a dei piccoli geni dell’informatica che hanno messo in moto un meccanismo che è loro sfuggito di mano o se sotto c’è qualcosa di peggio. Di fatto i 4 hanno dato dimostrazione di essere più che esperti conoscitori della Rete e delle sue possibilità, riuscendo a muoversi tra il Web ufficiale, quello sommerso e quello oscuro, dove hanno trascinato centinaia di persone che pur di ottenere un Green Pass senza sottoporsi a vaccinazioni o altro, non solo non hanno esitato a pagare cifre che vanno da un minimo di 150 euro a un massimo di 500 euro, che in alcuni casi sono poi arrivate a sfiorare i mille euro, ma non hanno esitato anche a fornire i propri dati personali. Un aspetto, questo, che è stato rimarcato l’altro giorno da  Ivano Gabrielli, direttore del Cnaicip della Polizia Postale. Spesso, è stato spiegato dagli investigatori, coloro che vengono truffati in questo modo sono gli stessi che a suo tempo avevano rifiutato di scaricare App come Immuni per “non mettere i propri dati sensibili a disposizione delle multinazionali e dei veri poteri forti”. In più queste stesse vittime della truffa dei Green Pass, oltre a rimetterci soldi veri pagando in bitcoin dei documenti che comunque non avrebbero mai potuto passare il più semplice dei controlli, saranno anche denunciate per falso in atto pubblico. Questo perché quello dei Green pass falsi non è stato un buon affare per chi li ha comprati.