Atti sessuali con una ragazza di 14 anni, maestro di ballo a processo

Il tribunale di via Poma

MANTOVA Si erano conosciuti in una scuola di ballo in città, lei in qualità di allieva, lui di collaboratore del titolare. E in breve tempo, nonostante la notevole differenza d’età, tra i due era sorto un sentimento reciproco sfociato in una vera e propria relazione. Ma quel rapporto, in apparenza del tutto innocente, alla fine aveva finito per inguaiare il più grande della coppia, un 33enne praticante avvocato residente nel capoluogo e finito a processo per atti sessuali con minorenne. Secondo tale capo d’imputazione, infatti, l’uomo non avrebbe potuto avere rapporti sessuali, seppur consenzienti, con quella ragazza di soli 14 anni, come per altro da lui stesso confermato in sede di udienza preliminare, non tanto per l’età della fidanzatina quanto per il ruolo da lui ricoperto nella scuola di ballo essendo infatti l’affidatario sia della minore che delle compagne di corso durante le varie esibizioni di gruppo nelle discoteche. Ed è proprio in relazione all’articolo 609 quater codice penale – che sancisce, per casi di vigilanza o custodia, il divieto di compiere atti sessuali con minori di anni 16 – che si è basata l’accusa, formalizzata da una denuncia dei genitori della minore, alla fine allontanata da casa e mandata a vivere coi nonni. Per quanto attiene invece la ricostruzione dei fatti addebitati all’imputato questi sarebbero iniziati nell’estate 2019 quando i due avevano preso a frequentarsi. A febbraio poi, quando causa pandemia l’attività della scuola si era interrotta, la coppia aveva preso a incontrarsi di nascosto in un garage in uso al giovane. A quel punto, la madre della 14enne insospettita dagli strani atteggiamenti della figlia aveva quindi deciso di assoldare un investigatore privato per far luce sui suoi spostamenti e frequentazioni. Fino a scoprire la verità. Una volta messo di fronte alle proprie responsabilità il 33enne aveva così candidamente dichiarato alla madre dell’amata, tramite missiva, le sue più che serie intenzioni. Lo scorso novembre il gup Matteo Grimaldi, oltre a disporre il rinvio a giudizio immediato del giovane aveva altresì statuito nei suoi confronti la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla ragazzina. Ieri mattina, in un aula a porte chiuse, si è aperta invece l’istruttoria dibattimentale davanti al collegio dei giudici.