Bonifiche Sin, al via la rimozione del mercurio

MANTOVA  Non solo idrocarburi: ora nel sito inquinato del petrolchimico e nei laghi si cerca di mettere rimedio anche ai metalli pesanti, mercurio soprattutto, la cui concentrazione è stata rilevata da precedenti indagini nel lago di Mezzo e nella Vallazza. Una serie di indagini estesa anche alle aree residenziali, la cui mappatura mancava all’interno del Sin. Con le ultime risorse messe a disposizione dal ministero dell’ambiente, dopo i campionamenti fatti a ridosso del Colorificio Freddi-San Giorgio, si andrà pertanto ad analizzare i sedimenti sui fondali lacustri a valle del lago Superiore, come previsto dal Piano di indagine preliminare predisposto da Arpa Lombardia. Il Comune ha pubblicato ieri la determinazione di incarico alla ditta ferrarese specializzata, la Songeo Srl di Gualdo di Voghiera, per circa 90mila euro.
Talli fondi ministeriali rientrano nell’atto integrativo all’accordo di programma fra ministero ed enti locali, e vengono messi a disposizione, ciascuno per quanto di sua competenza, del Comune, della Provincia, dell’Arpa e altri.
Alcuni interventi di bonifica, come spiega l’assessore comunale all’ambiente Andrea Murari, sono già partiti: si va da quelli al cavo San Giorgio alla nuova barriera, con pozzi di emungimento presso il petrolchimico, dove si effettua l’asportazione di materiale. «Taluni interventi sono già in corso, altri addirittura già in fase avanzata. Per altri ancora è tuttavia necessario prima dare corso a indagini conoscitive, come appunto quelle sui fondali dei laghi».
Qui i principali inquinanti sono notoriamente il mercurio e altri metalli, soprattutto in corrispondenza delle darsene delle aziende, e principalmente della cartiera ex Burgo, mentre nei pressi della raffineria prevalgono gli idrocarburi. Solo dalla Vallazza torna a ripresentarsi il mercurio, almeno secondo le vecchie analisi. Oggi, grazie alla collaborazione con l’università la Sapienza, si sta procedendo a un nuovo monitoraggio.
«Gli interventi proseguono anche su nostra richiesta. Il ministero ha decentrato l’opera di bonifica in un’ottica di sussidiarietà e territorialità, con una capacità di spesa aumentata moltissimo – commenta Murari –. Allo stato dei fatti non siamo in grado di stabilire quando avremo i fondali finalmente puliti, ma dopo le analisi saremo in grado di fare anche stime più precise sui tempi necessari. Oggi la cosa più importante è senz’altro che si completino le opere di barrieramente idraulico affinché gli inquinanti non vadano oltre l’area del Sin».