Botte ai genitori: condannato torna libero

MANTOVA I suoi genitori hanno portato pazienza per circa tre anni, durante i quali sono rimasti vittime silenziose della sue angherie. Questo fino allo scorso mese di maggio, quando questo figlio violento aveva picchiato la madre per l’ennesima volta, mandandola all’ospedale con delle lesioni che erano state giudicate guaribili in 20 giorni. Erano così scattate le indagini e a seguire le manette per un 35enne residente in un paese dell’hinterland che ieri mattina è stato processato e condannato a due anni e mezzo di reclusione per maltrattamenti e lesioni aggravate dal vincolo di parentela con le vittime. Il processo è stato celebrato con rito abbreviato davanti al gup  Beatrice Bergamasco. Il Pm Fabrizio Celenza che sosteneva l’accusa, ha chiesto una condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione, mentre il difensore del 35enne, avvocato  Alessandro Abatianni, puntava alla derubricazione dei reati contestati in percosse e minacce, e chiedeva l’assoluzione dall’accisa di lesioni perché nel frattempo la madre dell’imputato ha rimesso la querela. Il giudice Bergamasco ha infine disposto la revoca della misura della custodia cautelare domiciliare nei confronti dell’imputato, il quale dopo un primo mese trascorso in carcere, è rimasto fino a ieri a casa della sorella. Ciò sta a significare che il 35enne che aveva grossi problemi di alcolismo per i quali attualmente sta seguendo un programma del Sert, deve effettivamente scontare poco più di un mese di reclusione chiedendo la messa in prova ai servizi sociali prima di rientrare nei due anni in cui scatta la sospensione della pena. Tutt’altra atmosfera quella che si respirava fino alla scorsa primavera in casa del 35enne, dove le aggressioni nei confronti dei genitori erano all’ordine del giorno, al punto che era scattato l’arresto per quello che alla fine era in tutto e per tutto un caso di codice rosso maturato come sempre tra le mura di casa.