Corneliani, incubo finito. Da lunedì si torna a lavorare

MANTOVA – Vittoria. I sindacati la annunciano non come “una bella notizia”, ma come “la notizia”: da lunedì i cancelli di via Panizza potranno essere riaperti e i quasi 500 dipendenti della Corneliani potranno riprendere il proprio posto di lavoro. Tutto come non fosse accaduto nulla? Certo che no. Gli ultimi 50 giorni sono stati un inferno, nella continua tensione di vedere perso un patrimonio di mantovanità incalcolabile e un marchio prestigioso conosciuto in tutto il mondo. Ma ieri il tribunale, dietro istanza del commissario  Luca Gasparini ha acconsentito alla ripresa dell’attività. Ormai, peraltro, l’istanza di concordato appare molto affievolita dopo l’intervento diretto del ministero dello sviluppo economico che il 21 luglio scorso ha sottoscritto un impegno, in applicazione del decreto “rilancio”, per entrare in Corneliani con una quota di 10 milioni: giusto quanto serviva per potere rimettere in moto il meccanismo produttivo.
All’intervento decisivo del Mise tuttavia i sindacati vorrebbero potere affiancare ciò che manca a tutt’oggi per assicurare stabilità e parlare di soluzione definitiva. Manca ancora un piano industriale da parte di Investcorp, il fondo detentore del pacchetto azionario di maggioranza. Ma pur con questo preambolo di attenzione e di guardia alta non mancano segnali di piena soddisfazione. «È una gioia straordinaria – commenta  Michele Orezzi, segretario territoriale di Filctem Cgil –. Il primo grazie è per i lavoratori, per questi 50 giorni di lotta memorabile: un capolavoro di lotta sindacale. Il secondo è per le istituzioni che non ci hanno mai abbondato: avremo ancora bisogno di voi per continuare a costruire il futuro dell’azienda. Il terzo grazie è per il commissario Gasparini e per il Tribunale che in tempo record hanno dato il via libera decisivo che ci permette di riaprire la fabbrica lunedì. Confermiamo il presidio ancora domani. Da lunedì torniamo al lavoro con l’orgoglio di aver fatto svoltare solo noi, grazie alla nostra determinazione, senza mollare mai, una situazione che sembrava disperata».