Crisi Corneliani, braccio di ferro Salvini-Cgil

Matteo Salvini
Matteo Salvini

MANTOVA Ha preso una coloritura politica la crisi aziendale della Corneliani, che ha visto ieri scendere in campo il leader della Lega  Matteo Salvini, spalleggiato dal suo deputato virgiliano  Andrea Dara. Un attacco frontale ai sindacati, massime la Cgil, che in giornata ha replicato per le rime. Di crisi “appesantita” dai sindacati parla Salvini, cui la Cgil replica: “Voi state con l’azienda, noi coi lavoratori”.
«Oltre 500 persone rischiano di perdere il lavoro perché la “Corneliani” di Mantova, eccellenza italiana, è in vendita e ha chiesto un concordato in bianco. Una situazione di crisi già nota da mesi e ulteriormente appesantita dall’atteggiamento dei sindacati a partire dalla Cgil. La Lega è al fianco di impresa e lavoratori. Il governo e Landini da che parte stanno?», è il sintetico comunicato di Salvini.
Non si fa attendere la risposta della Filctem Cgil per voce del suo segretario territoriale  Michele Orezzi: «Il sindacato in Corneliani era martedì a fare assemblea all’aperto sotto al temporale; era ieri e oggi a ustionarsi sotto al sole ai presidi davanti ai cancelli. Era al fianco degli operai che difendevano il proprio posto di lavoro al primo sciopero di novembre, nella prima mattina sotto lo zero; era con i lavoratori davanti alla fabbrica durante le mobilitazione di febbraio a sostegno della trattativa per gli scivoli pensionistici; era a fermare la produzione nei giorni di massima epidemia del covid-19, quando nessuno tra chi lavorava aveva protezioni ma secondo i poteri forti che piacciono tanto a Salvini si doveva continuare lo stesso a lavorare».
Una bacchettata anche sulla forma: «L’unica altra volta in cui Salvini ha parlato della Corneliani fu quando la definì una fabbrica di impermeabili. Peccato che gli impermeabili in Corneliani non si fanno più da 55 anni». Né manca un rimbrotto anche verso Dara: che ieri, a detta di Orezzi, «urlava che i sindacati avrebbero dovuto sostenere i 130 licenziamenti aprendo un tavolo di crisi, e ci telefonava la mattina mettendosi a disposizione, ma alla sera faceva interrogazioni parlamentari contro la linea scelta dai lavoratori Corneliani in assemblea».
La conclusione di Orezzi: «Noi e gli altri sindacati abbiamo la sola colpa di difendere e organizzare i lavoratori: ieri, oggi e lo faremo finchè in azienda ci sarà produzione da difendere e rilanciare. Siamo dispiaciuti che Salvini e i suoi anche questa volta non dicano mezza parola sugli azionisti che dalla Corneliani sono scappati, lasciando i lavoratori appesi a un filo: perchè loro, come scrivono, sono a prescindere con “l’azienda”. Questa è tutta la distanza tra chi vive in mezzo ai problemi delle persone, e chi solo attraverso gli slogan delle proprie dirette Facebook».