Delitto Turina. Zenatti dal carcere dopo la condanna all’ergastolo scrive alla Voce: lotterò contro questa ingiustizia

MANTOVA  A poco più di una settimana dal verdetto di primo grado con cui la Corte d’Assise di via Poma lo ha condannato alla pena dell’ergastolo (leggi quiEnrico Zenatti affida – a sorpresa e in via esclusiva – considerazioni e sentimenti a una lettera indirizzata a La Voce di Mantova con la quale si dichiara, così come del resto durante tutto il processo a lui instaurato, completamente innocente. Poche righe scritte di suo pugno dal carcere attraverso cui il 55enne veronese, giudicato colpevole dell’assassinio della suocera Anna Turina, invoca un sussulto, non soltanto giornalistico ma altresì di coscienza generale, nel tentativo di ricercare la piena verità su quanto occorso quel 9 dicembre 2021 a Malavicina di Roverbella.
Una richiesta accorata la sua, circa un ulteriore approfondimento afferente taluni aspetti della vicenda di sangue rimasti secondo tale sua disamina completamente inesplorati; e questo «non perché lo chiedo io – scrive Zenatti nella propria missiva autografa – ma in quanto sintomatici di un palese insulto al reale accadimento dei fatti. Ritengo infatti – prosegue l’ex agricoltore originario di Custoza – che il senso di un’informazione libera ed imparziale sia quello di dar voce a tutte le diverse opinioni che io, in questo caso di specie, chiamo per l’appunto verità. Queste mie parole, non vogliono essere uno sfogo o un mero grido di rabbia personale per l’ingiustizia perpetrata ai miei danni e verso cui, nonostante tutto, mi pongo con la coscienza completamente pulita; ma anche per i miei figli e, non dimentichiamolo mai, soprattutto per un senso di giustizia verso la tragedia che ha colpito “nonna Anna” la quale resterà sempre nel mio cuore come una seconda mamma. Per questo motivo lotterò con tutte le mie forze per combattere una sentenza a mio carico che io considero una vera e propria ingiustizia anche se, oltremodo, dovrebbe essere desiderio di tutti ambire alla piena verità e in questo caso le circostanze da chiarire sono molteplici, l’assicuro. Un auspicio, mi auguro, che non resti lettera morta».