Elezioni, Carra pigliatutto: “cannibalizzati” i concorrenti

MANTOVA Ma quell’acronimo “Pd” significa “partito democratico” o “poco democratici”? I rumor iniziano a infittirsi, specie da quando il sindaco di Pegognaga Matteo Zilocchi ha iniziato a dare simpatici sberleffi via social al candidato dem Marco Carra che nella natia Pegognaga ha praticamente monopolizzato gli spazi del partito in ragione della sua candidatura alle regionali, escludendo dalla sede e dalle bacheche qualsiasi forma di concorrenza. In bella vista, solo i suoi manifesti con le indicazioni di voto. Tutti gli altri vengono rimandati bellamente a “Chi l’ha visto?”.
«Succede a Pegognaga che un partito, per sua natura definito “aperto, plurale e democratico”, utilizzi la propria sede e la propria bacheca per dar voce solo al proprio segretario candidato alle regionali. Un’esclusiva democratica o una democratica esclusiva?», scrive infatti Zilocchi. Ma il messaggio non viene preso sottogamba dagli stessi dem virgiliani che sposano quella provocazione.
La messaggistica della sede monopolizzata nella bassa da Carra inizia a farsi virale, specie nel capoluogo, dove non mancano dei richiami di memoria a storie recenti. Fu proprio Carra, si dice nell’ambiente, ad affermare che il sindaco Mattia Palazzi nel 2015 (ma ancor più nel 2020) aveva «cannibalizzato» il partito lanciando la lista gialla che porta il suo nome. Ma a quanto pare, fra “cannibali” ci si intende, dato che al vicesindaco Giovanni Buvoli (espressione palazziana), ma anche alle altre due candidate dem Cristina Soranzo e Alice Vismarra , di spazi utili non se ne vedono.