Estorsione all’ex datore di lavoro, 45enne condannato a due anni e 5 mesi

MANTOVA Era stato arrestato la scorsa estate per aver cercato di spillare denaro al proprio ex datore di lavoro. A finire nei guai, per estorsione e resistenza, un 45enne originario dell’Oglio Po e residente a Guastalla. Due giorni prima infatti, un imprenditore viadanese si era recato dai carabinieri per denunciare il rinvenimento, nella cassetta postale della propria abitazione, di due lettere anonime tramite le quali si intimava lo stesso a depositare 30mila euro in un luogo ben preciso della campagna di Viadana, in caso contrario avrebbe avuto serie ripercussione alle sue attività produttive. In accordo con la Procura i militari avevano quindi pianificato una “consegna controllata”. Nel pomeriggio del giorno indicato, il 7 luglio 2023, la vittima, recatasi nel luogo convenuto, provvedeva quindi a lasciare il denaro per poi rapidamente allontanarsi. Nel frattempo un cospicuo numero di uomini dell’Arma in borghese aveva circondato e preso a monitorare, a breve distanza, l’area d’interesse. Fino a quando, dopo qualche ora, un furgone era giunto in prossimità del luogo dov’era stato lasciato il contante. Il conducente, verificata la presenza di quanto richiesto, provvedeva dunque a prelevare il sacchetto con i soldi per poi ripartire. Ma il tentativo di fuga era stato stoppato sul nascere da alcune auto dei carabinieri messesi nella circostanza in mezzo alla strada. Il furgone, però, con una manovra azzardata, era riuscito a eludere il blocco proseguendo la marcia a folle velocità. Ne era scaturito un inseguimento proseguito per circa 10 minuti lungo le strade urbane tra i comuni di Viadana, Pomponesco e Dosolo, sino a Cizzolo di Viadana dove una pattuglia era riuscita a sbarrare la strada al fuggiasco, fermato e identificato.
Il denaro, recuperato, era invece stato restituito all’imprenditore. Scattate le manette ai polsi l’uomo era infine stato sottoposto dal gip alla custodia cautelare in regime domiciliare. Ieri pomeriggio, innanzi al gup Antonio Serra Cassano l’epilogo giudiziario della vicenda con la condanna in abbreviato dell’imputato – difeso dall’avvocato Silvia Salvato – a due anni, cinque mesi e dieci giorni di reclusione, commutati poi in lavori di pubblica utilità, oltre a 2.500 euro a titolo risarcitorio in favore della persona offesa.