Il Foro di Mantova mette in campo 25 avvocati per i profughi minori da tutelare

MANTOVA  Sono attualmente 25 – ma le adesioni sono destinate sicuramente ad un ulteriore incremento – gli avvocati iscritti all’Ordine di Mantova resisi disponibili a prestare assistenza legale, in qualità di tutori, per i minorenni ucraini non accompagnati arrivati nel territorio virgiliano. Il numero di profughi è in costante aumento e il tribunale dei minori deve infatti disporre la nomina di un tutore per ogni minore privo di riferimenti familiari sul territorio. Ad oggi sono all’incirca 1500 le persone in fuga dal conflitto bellico che hanno raggiunto amici o parenti nella nostra provincia; di questi la stragrande maggioranza è costituita da donne (oltre 1030 secondo gli ultimi dati) e giovani di cui molti minorenni (l’80% della popolazione di sesso maschile approdata nel Mantovano è infatti inferiore ai 20 anni d’età). Visto l’elevato numero di minori soli già arrivati e l’urgenza di dover provvedere alla nomina di un tutore, gli Ordini degli avvocati si sono mobilitati nel fornire supporto in questo senso, chiedendo ai propri iscritti, in particolar modo a coloro che compongono l’Albo dei tutori o curatori speciali, la disponibilità di assumere l’incarico di tutore come gesto di solidarietà dedicato ai più giovani che, in condizioni di elevatissimo stress, fuggono dalla guerra senza i loro genitori. «L’Ordine degli avvocati di Mantova – ha commentato con soddisfazione il presidente Maria Chiara Messora – ha risposto più che positivamente a tale emergenza umanitaria, facendo subito proprio l’appello lanciato nelle scorse settimane dal presidente del Tribunale per i minorenni di Brescia, e prima ancora dal Consiglio nazionale forense, che tramite il presidente Maria Masi, aveva inviato una comunicazione ai 140 Ordini degli avvocati italiani per l’istituzione di un contact point (un punto di contatto e ascolto) nei vari consigli forensi locali, al fine di offrire un servizio di supporto ai profughi in fuga dalla guerra, sulla base della competenza territoriale. Lo stesso avvocato Masi, inoltre, intervenendo a fine marzo in rappresentanza del Cnf all’inaugurazione dell’anno giudiziario a Roma, aveva sottolineato la necessità di una doverosa apertura dell’avvocatura italiana ai problemi di natura sociale come quello di chi fugge, soprattutto donne e minori, da un conflitto bellico. Il tutto in un’ottica di collaborazione tra ordini forensi e istituzioni, nonché di disponibilità a farsi carico di dette problematiche. Oltre che per la tutela ai minori non accompagnati infatti ci siamo adoperati per fornire assistenza legale anche agli altri minori. Non c’è dubbio come da parte dell’avvocatura virgiliana vi sia stata quindi una decisa presa di coscienza del momento difficile, attraverso una grande partecipazione. Siamo sicuri inoltre che tra gli 850 iscritti che formano l’Ordine di Mantova altri avvocati aderiranno per questo la lista resta aperta. Nei momenti di emergenza, come è stato per la pandemia, c’è sempre una grande risposta. Perché ci si rende conto del ruolo che si svolge e che è a 360 gradi nella tutela dei cittadini e di chi arriva dalla guerra».