Il mercato a Palazzo (Te) non convince gli ambulanti

MANTOVA Centro storico o giardini di Palazzo Tè. Il mercato del giovedì, causa pandemia da Covid-19, ha traslocato per motivi di spazio e per favorire l’apertura ai banchi di generi non solo alimentari. Due gli ingressi previsti: uno dal lato del Palazzo, uno da quello dello stadio. Misurazione della temperatura a entrambi gli accessi, obbligo di mascherina non dei guanti che, come il gel, devono essere a disposizione sui vari banchi. Gli ampi spazi hanno consentito gli accessi a circa 600 persone alla volta. Troppo poche almeno secondo una buona parte di coloro che lavorano dietro i banchi. “Il centro storico è un’altra cosa e forse in pochi hanno saputo di questo cambio di sede”, dice Claudio Rossato, dal suo banco delle borse, “forse la gente ha ancora paura degli assembramenti ed è rimasta a casa”. “Siamo comunque felici di aver ricominciato, era importante”, aggiunge Andrea Saccani, dietro al suo spazio dedicato alla vendita di cappelli, “è un mercato di prova, c’è ancora molta paura tra le persone. La sicurezza? C’è molto rispetto delle distanze, chi non è provvisto di guanti ce li chiede prima di toccare la merce”. “È la prima volta, il centro storico era ovviamente un altro genere di location”, afferma Rosa Monbelli con un banco di prodotti tipici, “dobbiamo aspettare che la cittadinanza si abitui”. E loro, i cittadini? “Questa location permette uno spazio maggiore tra un banco e l’altro”, ci dicono Antonella e Luigi a passeggio con un occhio alle bancarelle e uno alla bellezza di Palazzo Tè, “siamo immersi nel verde. Cosa preferiamo? Questa nuova sistemazione”. Palazzo tè o Piazza Sordello la gente è comunque molto disciplinata. “Non c’è stato nessun problema né alla misurazione della temperatura né all’adozione della mascherina”, conclude Lorella Guadagni, volontaria della Protezione Civile, “le persone sono comprensive e soprattutto molto collaborative. A nessuno è stato impedito l’accesso per una temperatura superiore ai 37,5”.