Il ministero “regala” un anno in più a Palazzi sindaco

MANTOVA  Dopo tante ipotesi e voci contraddittorie, il ministero degli interni ha rotto gli indugi pronunciandosi in via definitiva: per i Comuni che hanno eletto i propri sindaci nel settembre 2020, le elezioni amministrative si terranno nella primavera del 2026, anziché al termine naturale del mandato, che dovrebbe cadere dopo un quinquennio nell’autunno del 2025. Una decisione della direzione del Dipartimento per gli affari interni territoriali del Viminale (circolare 83/2024) che ormai non lascia più spazio a interpretazioni.
La disposizione già comunicata ai prefetti interessati riguarda direttamente cinque comuni virgiliani. Oltre al capoluogo, avevano votato il 20 settembre 2020 anche Curtatone, Castel d’Ario, Monzambano e Viadana. Una posticipazione di quasi sei mesi dettata da ragioni sanitarie stringenti: in piena pandemia, il 9 marzo di quell’anno tutta Italia venne dichiarata “zona rossa” rendendo impossibili le consultazioni elettorali amministrative per i comuni in scadenza nella primavera. Ma a questo punto, a distanza di cinque anni, si è riaperta la questione: fuori dalle costrizioni pandemiche, quando tornare in cabina elettorale: ancora in settembre, o in primavera?
La questione sollevata da alcune regioni ha trovato ora la risposta ufficiale e definitiva del ministero. Posto che non sia possibile per legge decurtare i mandati dei sindaci, facendo votare i Comuni nella primavera del 2026, e posto che pure a rigor di legge le votazioni si devono tenere in primavera, ne consegue che per Mattia Palazzi (e per gli altri quattro Comuni interessati del territorio) il voto si terrà regolarmente nella primavera 2026. Un “regalino” di 6 mesi ai sindaci in carica, che nel caso di Palazzi diventano complessivamente un anno: sei mesi in più infatti li aveva goduti al termine del primo mandato, e altri 6 ne arrivano ora, per un totale di 11 anni alla guida del timone in via Roma. Salvo che un’ulteriore regalia arrivi col 3° mandato.