Il vescovo Busca e il cardinale Zuppi: “Qui c’è una silenziosa apostasia”

MANTOVA C’è una «silenziosa apostasia» rispetto ai luoghi abitativi, ammonisce il vescovo Marco Busca: la tendenza a occupare gli spazi piuttosto che creare prospettive assieme ai giovani. Di questo e tanti altri temi si è parlato durante il tradizionale dialogo con la città e la Diocesi per la festa patronale di Sant’Alselmo, organizzato negli spazi della basilica palatina di Santa Barbara. Il momento di riflessione collettiva ha preso il nome di “Sinergie Formative, verso una comunità dal volto rinnovato”.
Al tavolo dei relatori, col vescovo Busca, l’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, Matteo Zuppi, il direttore della fondazione di Palazzo Te Stefano Baia Curioni, e Fabio Viani, presidente di Molino Pasini e di Confindustria.
Moderatore, la professoressa Luigina Mortari, ordinaria di pedagogia all’Università di Verona. Quasi due ore in compagnia di una maieutica di ampio respiro.
«Nel cammino sinodiale, c’è molta enfasi nella comunicazione – spiega Zuppi –. Che contributo può dare la Chiesa, per coltivare l’umanità? E ci si pone il problema della formazione anche dell’ adulto. La formazione aiuta a sfuggire dall’ottica della polarizzazione, dove è importante “se mi schiero o non mi schiero”, non la comprensione del problema».
Baia Curioni ha offerto una chiave di lettura riguardo “l’atomizzazione sociale”, «La cultura significa educazione. E l’educazione avviene per risonanza, poiché risulta una azione libera. La gravità dei tempi ci chiede una azione radicale: gestire il patrimonio, istituire un incontro poetico con il passato dove il patrimonio artistico diventa un pezzo del nostro futuro, come fece anche Giulio Romano».
Viani ha offerto uno spaccato della situazione economica del territorio: «Dove il 73% delle imprese censite sono Pmi, con un forte rapporto con il territorio, capaci di superare le sfide del domani, e dove adesso le aziende sono attente ad accogliere le attitudini del lavoratore, e chiederne le aspettative: si notano le “soft skills”, le caratteristiche trasversali alla persona».