Infortuni sul lavoro: un quadrimestre nero

MANTOVA Non trova fine il costante incremento degli infortuni sul lavoro sia in Regione Lombardia, che nella Provincia di Mantova. I dati Inail sono inconfutabili: in provincia di Mantova gli infortuni erano 1.507 nei primi 4 mesi del 2021 e sono passati a 2.034 nel pari periodo del 2022. Un incremento del 35% pari a 527 infortuni. Confrontando il mese di aprile 2021 quello del 2022 emerge che si è passati da 320 a 397 con un aumento di 77 casi pari oltre 3 infortuni al giorno.
Peggio anche il dato delle denunce con esito mortale dove da 2 del primo quadrimestre 2021 siamo passati a 6 in quello del 2022, che ci colloca in questa nefasta classifica al terzo posto in Lombardia dietro a Milano, 14 e Brescia con 10. «La situazione di criticità della province è ben evidente nei numeri che non accennano a invertire la tendenza negativa, anzi. «Le ragioni – commenta Dino Perboni, segretario generale della Cisl Asse del Po – risiedono nella scarsa formazione e in modalità lavorative poco attente alla salute, nonché ai pochi controlli a seguito dell’esiguità di personale dell’Ats e Itl addetta alla prevenzione e sicurezza. In Lombardia i casi sono passati da 32.114 del 2021 a 49.531 del 2022 con un incremento 17417 pari al 54%. La questione degli infortuni nei luoghi di lavoro, non può essere considerata un fenomeno: essa ha assunto una dimensione tale da essere considerata una costante negativa».
Per queste ragioni, unite al bisogno di rafforzare le competenze e la preparazione dei propri delegati, la Cisl ha deciso di realizzare un attivo dei delegati sulla salute e sicurezza per giovedì 9 giugno alle 9,30 nella propria sede di via Torelli n. 10, in sala Alessandra Sergi. I lavori vedranno gli interventi di Cinzia Frascheri, giuslavorista, responsabile nazionale Cisl – Salute sicurezza sul lavoro, e del segretario della Cisl Lombardia con delega alla salute e sicurezza Pierluigi Rancati.
«Serve una svolta – prosegue Perboni –: va fatto un grande piano nazionale e regionale che rafforzi gli ispettori dell’Itl e dell’Ats, e aumenti i controlli; va introdotta la patente a punti per qualificare le imprese e legarne il rating agli appalti; va sostenuta la prevenzione e la formazione; vanno sviluppate nuove forme di coinvolgimento e partecipazione degli Rls. Serve una svolta politica, culturale e sociale, affinché il modello di sviluppo economico sia basato sull’assioma che un’azienda sicura è un’azienda più produttiva e competitività, e che non si debba scegliere fra vita e reddito, fra salute e lavoro, fra sicurezza e sopravvivenza». conclude il segretario Perboni.