MANTOVA – Quel che si dice nella fraseologia corrente “chiudere una finestra e aprire un portone”. Più o meno ciò che si prospetta in Comune, dove la mossa fortemente sostenuta dal sindaco Mattia Palazzi di candidare al consiglio regionale il suo vicesindaco e assessore al bilancio Giovanni Buvoli ha finito per creare due buchi difficilmente colmabili, in caso di elezione. Il primo riguarda senz’altro la carica di “numero 2”, sulla quale la lista gialla ha già da tempo lanciato una sorta di diritto di prelazione – dando per scontato, nel caso, che la predestinata a succedere a Buvoli sarebbe l’assessore Adriana Nepote, prima ancora che il vero lider della civica palazziana Iacopo Rebecchi.
Vien da sé che tale ipotesi risulti nondimeno indigesta alla componente Pd, cui comunque il sindaco deve pur rispondere. Tantopiù che l’assessore Andrea Murari è tuttora in attesa di conoscere non solo questo sviluppo, ma anche quello che si prospetterà fra un paio d’anni, quando Mantova sarà chiamata a rinnovare il consiglio comunale, e Palazzi non sarà più ricandidabile.
Ma il secondo buco non dà minori pensieri al sindaco del primo: chi collocare al bilancio, settore strategico in cui il primo cittadino deve poter disporre di un fedelissimo e possibilmente di partito?
Il nome più improbabile, seppure giri nell’ambiente, è quello di Alessandro Beltrami, che però ben difficilmente si toglierebbe dal ruolo dirigenziale di Mantova Ambiente. Non rimarrebbero allora che due (forse tre) soluzioni, e tutte e tre esterne agli eletti: quella di Stefano Simonazzi, l’attuale capo di gabinetto, che taluni vedrebbero tuttavia più designabile allo sport (delega ad oggi scoperta e rimasta in capo al sindaco). Quindi, Marco Voceri, che però dovrebbe dimettersi dai revisori dell’Aster e dal collegio sindacale della Tea, e che comunque, pur “fedelissimo” al sindaco, rientra nella compagine dei “gialli”. Infine, il padre di Marco, Enrico Voceri, già a capo del Centro Te, e questo sì di area Pd.
Tempo ancora ce n’è per il sindaco. Nel caso Buvoli dovesse essere eletto al Pirellone, rimarrebbero a lui 90 giorni di legge per rimanere al vertice della ragioneria di via Roma, e altrettanti a Palazzi per potere rimettere a posto i tasselli mancanti nel proprio esecutivo.
Insomma, il braccio di ferro tra il sindaco e l’on. Marco Carra – l’antagonista che si contende con Buvoli il posto in Regione a suon di preferenze, e che attualmente si sta impegnando anche per recuperare terreno nel medio mantovano, capoluogo compreso – sta diventando una prova di forza che si dilata dalla segreteria e dall’assemblea provinciale dei dem sino alle sedi istituzionali. E per qualcuno, si dice, potrebbe essere solo l’inizio di sorprendenti sviluppi.