La senologia incontra le donne dell’arte

MANTOVA Un reparto d’eccellenza, che non trascura l’approccio umanizzante alla malattia. Anche in Senologia, come già in varie altre strutture aziendali, si è puntato sull’arte e sulla bellezza per lenire la sofferenza e attutire l’impatto con la malattia e con l’ospedale, grazie a un progetto di decorazione delle pareti, mediante pannelli che vedono come protagoniste le donne dell’arte: La ragazza con l’orecchino di perla di Jan Vermeeer, La dama con l’ermellino di Leonardo Da Vinci, Le tre età della donna di Gustav Klimt e Due donne tahitiane di Paul Gauguin. Un omaggio alle pazienti, con un messaggio: la malattia non può avere l’ultima parola.

Le donne dell’arte si affacciano su un nastro di colore fucsia che si snoda lungo tutto il corridoio del reparto ed entra nelle stanze di degenza, connotando l’area dedicata alla cura delle pazienti operate al seno. Il dettaglio decorativo rappresenta idealmente la continuazione del nastro rosa simbolo della fondazione AIRC, scelto per identificare il lavoro dei ricercatori nella lotta contro il tumore al seno.

La Senologia, diretta da Massimo Busani, è attiva dal 2019, 24 ore su 24, con 5 posti letto e personale dedicato. Un reparto che si colloca nella Breast Unit, percorso articolato per accompagnare la donna dalla diagnosi al follow-up e che raggruppa, grazie a un approccio multidisciplinare, vari specialisti: radiologo, patologo, chirurgo, medico-nucleare, oncologo, radioterapista, genetista , nutrizionista, data manager, psicologo e fisioterapista.

Negli ultimi anni l’arte è entrata in più occasioni in ospedale, soprattutto al Carlo Poma che ha visto lo sviluppo di progetti analoghi a quello della Senologia. Ad esempio in Pediatria, Cure Palliative, Neuropsichiatria Infantile, Pronto Soccorso, mensa. È stata inoltre realizzata in più tappe un’opera di street art sul muro che costeggia il parcheggio di Strada Lago Paiolo: il progetto sarà concluso nel 2020. Nella maggior parte dei casi, ASST ha collaborato con il Liceo Artistico Giulio Romano e l’Accademia Laba di Brescia, sia per coinvolgere la comunità locale, valorizzando il lavoro degli studenti, sia che per fare riflettere questi ultimi sulla sofferenza e su specifiche tematiche di salute.