L’abbraccio del festival a Michela Murgia

MANTOVA Ê con un lungo applauso che si è aperto l’evento dedicato a Michela Murgia, una donna che prima ancora che scrittrice era per il Festivaletteratura un’amica, una vera amica, come dimostrano le sue numerose partecipazioni alla manifestazione. Un’amore reciproco, quello tra la Murgia e la nostra città, che ha ben dimostrato la calorosa presenza del pubblico in Piazza Castello.
Sul palco, lo stesso su cui sarebbe dovuta salire la scrittrice per presentare il suo ultimo libro “Tre ciotole (ed. Mondadori), due grandi amici e profondi conoscitori della Murgia: Marcello Fois ed Alessandro Giammei che ne hanno tracciato un quadro sia dal punto di vista umano che professionale. Due aspetti, in verità, profondamente legati tra loro e fondamentali per capire la grandezza della Murgia.
«Esiste qualcuno in grado di raccogliere l’eredità di Michela?», con questa domanda Fois e Giammei hanno aperto l’evento tributo alla scrittrice recentemente scomparsa. La risposta è “sì” e «la sola in grado di raccogliere il testimone della Murgia è la Murgia stessa. abbiamo moltissimi libri e non ci serve altro». Un lascito, quello della Murgia che trova la sua grandezza nel «saperti porre attivo nei confronti del suo pensiero. Alle sue domande si risponde ponendosi un problema: i libri di Michela sono disseminati di questo – ha detto Fois dialogando con Giammei -. Parlavamo spesso di come si potesse definire la lettura: la risposta era “un definitivo terreno di autodeterminazione”, dove il tuo ruolo con la pagina diventa attivo». Proprio in questa brillante capacità stava la «rapidità di pensiero» della scrittrice. Una capacità di porsi domande, di portare il lettore ad interrogarsi e che nasce proprio dalla stessa fame di lettura della Murgia stessa: «Michela legge con spirito critico. Chi rinuncia alla lettura – ha sottolineato Fois – rinuncia alla libertà. Per diventare lettori bisogna leggere: smettete di cercare solo quello che volete leggere». Ecco, dunque, che emerge la Murgia «lettrice qualificata e quindi scrittrice valida», per dirla con le parole di Fois e non è, neppure un caso se Michela al festival venisse per presentare altri autori. E non è un caso che in occasione delle promozioni dei suoi libri parlasse di «altro, di quello che accadeva».
Trovare una sola parola per descrivere Michela Murgia è impossibile: è tanti generi letterari, è capacità di riflessione, è soprattutto, ha concluso Fois, «una donna per cui essere pedanti è meglio che essere vaghi».
Valentina Gambini