L’arte della quistellese Baraldi approda negli Stati Uniti con “Pitturiamo New York”

MANTOVA – Dalla Piccola Parigi… alla Grande Mela: è questo il percorso che sta per intraprendere la giovane e talentuosa Ludovica Baraldi. Venticinque anni, originaria di Quistello, nome d’arte Bad (ovvero Baraldi Art and Design), si definisce “creativa”, ma non è blasfemia descriverla come artista a trecentosessanta gradi, poiché le sue esperienze parlano chiaro. Dalla partecipazione alla kermesse artistica quistellese citata qualche riga fa, passando per il vernissage “River Art” realizzato a San Benedetto con lo scopo di sensibilizzare la gente alla conoscenza artistica, fino ad arrivare all’esposizione a Palazzo Zenobio durante la Biennale di Venezia. E, adesso, New York. «Tutto nasce dal concorso “Pitturiamo New York” realizzato in collaborazione con la rivista Art Now, con in palio l’esposizione di una propria opera in un’installazione video in una galleria newyorkese. Ho deciso di partecipare, ma poi, onestamente, la cosa mi è passata di mente. Fino a quando, verso la fine di novembre, ho ricevuto una telefonata». La classica telefonata che, forse, non ti cambia la vita, ma che di certo può migliorarti, e pure di molto, la giornata: in quella telefonata, infatti, a Ludovica fu comunicato che la sua opera era stata scelta. L’installazione di Ludovica, “Papillons”, farfalle di carta appese con fili ad un quadro, dando allo spettatore la sensazione del loro volo, sarà all’interno del video che, dal 24 al 27 giugno prossimi, sarà proiettato in loop nella prestigiosa galleria d’arte White Space Chelsea di New York. Sono circa trenta gli artisti selezionati, Ludovica è l’unica mantovana: «La felicità è immensa, sono quattro anni che ho iniziato questo percorso artistico e poter avere questa opportunità è meraviglioso. Insomma, un fermo immagine di trenta secondi della mia opera, con la didascalia e tutti i miei riferimenti, in un luogo con un grande afflusso di visitatori ed amanti dell’arte è semplicemente un sogno» continua la giovane artista che, tuttavia, non potrà essere in prima persona a New York: in quei giorni, infatti, si laureerà in design d’interni allo Iaad di Bologna. Peccato non avere il dono dell’ubiquità. Ma, sicuramente, le occasioni di una certa rilevanza, come questa, non mancheranno nel roseo futuro artistico di Ludovica. Un futuro con le idee chiare: «Mi piacerebbe non vedere le mio opere cadere preda della commercializzazione cui va incontro l’arte contemporanea. Prendiamo Frida Kahlo: un’artista di nicchia diventata oggi un brand internazionale; un po’ come le magliette di Che Guevara. Vorrei, semplicemente, continuare ad esprimere la mia creatività, sperando di poter suscitare emozioni in chi le guarderà».

Federico Bonati