Maltrattamenti, alla sbarra Gianfranco Zani

A processo il 53enne arrestato per incendio doloso e la morte del figlio

MANTOVA Reiterati casi di maltrattamenti, percosse, minacce e violenze a vario titolo perpetrate in ambito familiare sia ai danni della consorte che dei figli minorenni. Con queste pesanti accuse si è aperto ieri mattina il processo instaurato a carico di Gianfranco Zani il 53enne artigiano di Casalmaggiore, finito in manette perchè ritenuto responsabile di aver appiccato il fuoco all’abitazione coniugale, causando la morte per asfissia del figlio Marco di 11 anni. Davanti al giudice Antonio Serra Cassano è comparso in aula, scortato dagli agenti di Polizia Penitenziaria, lo stesso imputato attualmente detenuto nella casa circondariale di Pavia. I fatti a lui ascritti sarebbero relativi al periodo compreso tra il luglio ed il novembre scorsi. Tre giorni prima della tragedia, consumatasi il 22 novembre, a Ponteterra di Sabbioneta, era stata emessa una misura cautelare che disponeva il divieto di avvicinamento dell’uomo alla moglie, Silvia Fojtikova e ai tre figli. Tra i diversi episodi incriminati quello da cui era poi scattato il provvedimento: Zani infatti aveva aggredito a pugni la moglie e due figli. In una circostanza addirittura l’uomo al culmine di uno scatto d’ira avrebbe scagliato all’indirizzo del figlio più grande una cassa dello stereo. Stando alla tesi difensiva proposta dall’avvocato Laura Ferraboschi, nuova legale del 53enne, la vicenda al contrario si sarebbe limitata solamente a qualche screzio tra coniugi mentre al contempo ai danni del proprio assistito si sarebbe consumata una continua provocazione perpetrata in seno alla fase di separazione giudiziale. Terminata l’ammissione delle prove il procedimento è stato quindi aggiornato al prossimo 22 maggio. In tale occasione verranno ascoltati in qualità di testimoni della procura, la moglie e gli ufficiali di Polizia Giudiziaria. Nel frattempo, il legale di Zani si è riservato di produrre eventuali controprove qualora la presunta vittima dovesse effettivamente rispondere alle domande del giudice.