Mantova-Garda: il progetto fluvio-turistico è in alto mare

MANTOVA Un progetto ambizioso e di grande respiro quotato circa 200 milioni di euro da reperire attraverso i fondi europei del Pnrr, eppure il meccanismo che pareva avere convinto gli enti locali e i soggetti interessati si è inceppato, e a confermarlo è lo stesso assessore regionale all’agricoltura Alessandro Beduschi, dopo che da giorni le voci davano arenato il disegno di rinaturazione del Mincio attraverso lo sviluppo fluviale Mantova-Peschiera.
«Sono stato anch’io interessato a questo progetto. Lo trovo una buona idea, ma a quanto pare non si paga, e sinora ha trovato ben pochi consensi. Non ho ancora sentito tutti i portatori di interesse coinvolti, né ho portato la questione all’attenzione della giunta regionale, ma posso anticipare di avere raccolto in netta prevalenza pareri negativi», commenta Beduschi.
E i “niet” sinora emersi sono presto detti: partono dalle associazioni agricole e arrivano ai Consorzi di bonifica, passando pure per diversi sindaci. Persino il Parco del Mincio parrebbe avere accolto molto tiepidamente l’idea di raggiungere Peschiera in motonave. Nemmeno i tour operator, a quanto pare, intravedono una gossa opportunità di sviluppo turistico in una escursione che porterebbe i turisti da un porto all’altro – secondo quanto prospettato nella prima stesura progettuale – in 6 ore.
«A questo punto – prosegue Beduschi –, credo di poter affermare che in Regione questa non sarà una priorità, anche se lascio aperta la porta di un coinvolgimento apicale fra le due regioni, Lombardia e Veneto. La Provincia di Mantova ci crede molto, e una intesa Lombardia-Veneto farebbe assurgere il progetto a livelli emblematici con tutto ciò che serve, considerando tour operator e buyer internazionali. Senza questi portatori di interesse, il progetto avrebbe dignità “romantica”, senza dubbio, ma non economica, che è requisito basilare dei progetti finanziati dal Pnrr».
Di più. Per l’assessore regionale tale progettualità nasce in un momento sfavorevole, aggravato dalla scarsità d’acqua, dove la priorità viene data ai destinatari agricoli.
Pietra sopra, quindi, sulla navigabilità fluviale? «Spero proprio di no – puntualizza Beduschi –. Io però concentrerei l’attenzione sulla bacinizzazione del Po, che con un sistema di paratie consentirebbe una maggiore navigabilità, così come si è visto fare in molti fiumi europei. Questo mi pare un uso più ragionevole delle risorse, piuttosto che guardare a un certo turismo di élite. E teniamo conto anche delle tempistiche, dal momento che i finanziamenti delle grandi opere sono vincolati a date stringenti, e spesso senza commissariamenti non si rispettano le scadenze».