Mise, il braccio di ferro dei partiti ostacola la vertenza Corneliani

corneliani

MANTOVA – Il Mise come mai tentenna sull’esito della vertenza Corneliani portata sul suo tavolo lo scorso 5 marzo? Il ministro  Giancarlo Giorgetti aveva detto che ci sarebbe voluto del tempo, «pochi giorni», per verificare se fosse possibile sbloccare quei 10 milioni assicurati dal tavolo del Mise tenutosi a Mantova lo scorso 23 luglio, dietro l’impegno della proprietà di versare almeno 3 milioni. Viceversa, il rischio di incorrere in infrazione dei disposti comunitari potrebbe indurre Invitalia a non entrare con quella dotazione nella società di via Panizza.
Ma forse non è solo un problema tecnico quello che si sta verificando a Roma. Potrebbe esserci anche un problema politico, stando a certe informazioni della stampa nazionale. La quale ha evidenziato come da un mese e mezzo siano di fatto bloccati i cento tavoli di crisi aziendale che non vengono convocati al Mise, ovvero che trovano more di vario tipo. Stando a questi rumors, Giorgetti avrebbe in corso un braccio di ferro con le altre forze di governo, soprattutto il M5S, dove si ritrova in veste di sottosegretario quella  Alessandra Todde, già protagonista del tavolo mantovano di luglio, e che Giorgetti non ha nemmeno voluto all’ultima convocazione per affrontare la crisi della maison.
Altra lotta è invece quella che riguarda l’altra sottosegretaria, la dem  Anna Ascani. In questo contesto, Giorgetti non ha ancora sciolto le riserve sulle assegnazioni delle deleghe. E intanto il tempo passa.