Mogli medici italiani, 50 anni d’associazione

MANTOVA  – L’associazione Mogli Medici Italiani compie cinquant’anni. E l’orgoglio in occasione del compleanno aumenta, considerando che l’iniziativa partì proprio da Mantova, grazie all’impegno di un gruppo di concittadine. L’Ammi, infatti, ha origine nella nostra città, ad opera di una aggregazione di mogli di medici: da qui l’origine della sua denominazione. L’idea si concretizzò ben presto, presso lo studio del notaio Sergio Lodigiani, così l’Ammi divenne una realtà formale. L’associazione, che all’epoca vantava un suo consiglio direttivo, era svincolata sia dai partiti che dalle case farmaceutiche. Era stata fondata in base a precise rivendicazioni e istanze, che sono state portate avanti dalla prima presidente Wanda Capobianco e dalle rappresentanti dell’organizzazione. Obiettivo principale, all’epoca, era la rivendicazione di diritti dalla vocazione sindacale: come coadiutrice del marito, la moglie del medico rivendicava pensione e assistenza sanitaria. Nel 1970, come ricordato in un articolo della rivista La donna mantovana, che annunciava la nascita dell’associazione, le mogli di medici partecipavano attivamente alla vita e alla professione dei loro coniugi, espletando vari compiti, ma prive di adeguata assistenza medica e pensionistica, come spiegava nel servizio Wanda Capobianco: «Nessuno ha mai pensato a noi direttamente, nè alcuno si è curato di valutare la nostra collaborazione col marito come un lavoro indiretto ma continuo, senza orario, perché l’orario di lavoro nella casa del medico non esiste più». I principi dell’associazione si sono presto diffusi in tutta Italia. Oggi le finalità del gruppo sono rivolte anche ad altri fattori, sempre in ambito socio sanitario, oltre che in quello culturale. Nonostante l’emergenza sanitaria, che ha bloccato gli eventi in presenza, il lavoro dell’Ammi nel 2020 non si è fermato e si continua a programmare per il 2021, come spiega la presidente della delegazione di Mantova Silvana Faben Scalori: «Una della nostre priorità è la ricerca e anche quest’anno siamo riuscite a consegnare due borse di studio, a una ricercatrice di Roma e a una di Padova. Per il 2021 cercheremo di realizzare in ogni caso un service dedicato alla ricerca e uno per sostenere la cultura e il teatro. Punteremo comunque molto sull’ambito locale. Naturalmente speriamo di poter dar vita al convegno nazionale a Mantova, che non si è potuto fino ad ora svolgere. Posso dire in generale che l’associazione è nel tempo cresciuta davvero tanto, anche nel campo della divulgazione e dell’assistenza. Agiamo senza molto clamore, ma in modo concreto. E il nostro entusiasmo coinvolge gli altri nelle nostre iniziative, perché troviamo sempre adeguato supporto per realizzarle». Per la prima volta, infine, è presente una mantovana, Antonella Filippini Sgarioto, nel Direttivo Nazionale, in veste di Tesoriera.