Da 120 anni le notizie continuano a passare dall’edicola “Franzoni”

VILLIMPENTA – Pensare a una storia che va ininterrottamente avanti da 120 anni rappresenta un unicum nel mondo moderno. Eppure ci sono luoghi che in qualche modo continuano a scandire la vita dei cittadini, custodendo ricordi e memorie di un modo di vivere lontano da quello a cui oggi siamo abituati. È il caso dell’edicola “Franzoni” di Villimpenta, la più antica d’Italia per tramando di generazioni, capace di attraversare tutto il Novecento e di addentrarsi nel nuovo millennio, ormai tristemente bulimizzato da internet e dai social.
Un traguardo che causa Covid per il momento non potrà venire festeggiato come meriterebbe, ma che è doveroso ripercorrere. L’“illuminazione” di aprire nel 1900 una rivendita di giornali nel piccolo lembo del mantovano al confine con la provincia di Verona fu di  Emilia Franzoni , classe 1882. Sede delle notizie giornaliere, che la signora Emilia era solita leggere ad alta voce agli analfabeti per tenerli informati sugli avvenimenti più importanti, è un piccolo edificio nel cuore di piazza Roma, di fronte alla torre campanaria, dove venivano appesi gli editti ufficiali. Nel 1927 il negozietto si amplia in cartolibreria. Oltre a giornali e riviste, si vendono articoli per la scuola, da regalo, di mercerie, giocattoli e dolciumi. Alla scomparsa di Emilia, nel 1958, le redini passano in mano al figlio  Bruno , figura eclettica che rivestirà un ruolo non secondario nella cultura territoriale grazie alla sua attività di pittore, e alla moglie Fedora Filippin. Sono gli anni della ricostruzione, quelli che di lì poco avrebbero portato al boom economico, dove la sete di notizie e di evasione era soddisfatta dai settimanali e dai fotoromanzi che cominciavano a moltiplicarsi, ordinatamente tenuti sulle mensole insieme ai primi fumetti, magari accanto a quei “Golosini” di cui i bambini erano ghiotti. Al tempo i quotidiani erano lenzuoli bianchi e neri, si faticava a tenerli aperti senza che le pagine si flettessero in basso ritornando in posizione spiegazzate e vissute, fiere del loro compito. In contemporanea comincia ad affacciarsi dietro il bancone anche la figlia  Antenorina , ancora ragazzina che alterna gli studi all’istituto d’arte all’aiuto ai genitori e che ancora oggi, a un passo dalla pensione, continua a portare avanti il negozio di famiglia. Raggiunta la maggiore età, per circa un anno e mezzo l’Antenora – come tutti la chiamano – si “sdoppia” tra l’insegnamento come supplente e l’attività di famiglia. Alla fine si dedicherà interamente al commercio, tanto che nel 1970 all’edicola si aggiunge nel locale a fianco (oggi comunicante), su intuizione della madre Fedora, un negozio di fiori, piante e ceramiche artistiche. Sono anni prosperi, dove Villimpenta pullula ancora di botteghe. I centri storici di paese di quegli anni poco divergevano dalle cittadelle medioevali, roccaforti autosufficienti dotate di attività artigianali bastanti a sé stesse. «Oggi non è più così – dice con piglio nostalgico la titolare -. È cambiato tutto: il lavoro, le abitudini della gente. La piazza, rimasta praticamente identica per conformazione, è ormai orfana di tanti negozi che in passato l’hanno resa il cuore pulsante anche del circondario. Però questa attività ci ha fatto conoscere tantissime persone, molte purtroppo non sono più tra noi. Ho conosciuto anche le nuove generazioni, dai bambini che venivano ad acquistare le figurine e quelli di adesso che acquistano i personaggi dei cartoni animati. Ho visto tante testate aprire e tante chiudere. Con i clienti – rivela – c’è sempre stato un buon rapporto. Tanti non vengono solo per acquistare il giornale, ma si fermano a fare due chiacchiere. In fin dei conti l’edicola è da sempre un luogo di relazione». Ritrovarsi ai civici 73 e 75 di piazza Roma era un modo per essere nel mondo, di far parte di un universo di carta che parlava alla gente, con la gente che ascoltava e diceva la sua. «Da quelle vetrine la mia famiglia ha visto passare di tutto, percependo i mutamenti della società – continua la proprietaria -: due guerre mondiali, i soldati alleati in giro per le nostre strade, il miracolo economico, il rilancio degli anni Ottanta e il declino dei giorni nostri, accentuato in questi mesi dallo scoppio della pandemia». Quanti di noi hanno in casa le vecchie enciclopedie che servivano per fare le ricerche a scuola. Non si finiva mai di completarle perché uscivano settimanalmente. Infine, quando anche le copertine ti venivano consegnate, si facevano rilegare i vari fascicoli e il nostro bel volume era pronto a fare mostra di sé nella libreria del salotto, dove ancora oggi viene custodito gelosamente. Nel 1990 la rivendita è premiata con la medaglia d’oro “Sinagi” per essere la «più antica bottega a conduzione familiare, dove quotidianamente si vende alla gente informazione e cultura», mentre nel 2009 viene riconosciuta come «storica attività» da Regione Lombardia: «Un riconoscimento importante del lavoro, della fatica e della capacità di durare nel tempo mantenendo viva una tradizione secolare». A ben pensarci le edicole hanno segnato un po’ i tempi della nostra vita. Sicuramente la carta stampata ha scandito gran parte della vita di tre generazioni dei Franzoni, facendo inevitabilmente da sfondo alle loro vicende famigliari.

Matteo Vincenzi