Morta per overdose dopo una notte in discoteca. Tre indagati a inchiesta conclusa

MANTOVA Aveva trascorso una serata in compagnia in una nota discoteca di Modena; ma una volta rincasata, ospite di un’amica a Guastalla, si era sentita male morendo poco dopo. A distanza di quasi due anni dai tragici fatti costati la vita ad Annunziata Colurciello, la 24enne di origini napoletane all’epoca però da poco trasferitasi a Mantova e deceduta in seguito all’assunzione di un fatale mix di droghe, sono state dichiarate concluse le indagini da parte della procura di Reggio Emilia. Tre le persone finite formalmente nel registro degli indagati con l’imputazione di morte come conseguenza di altro reato. In primis proprio l’amica, una 45enne reggiana, proprietaria dell’appartamento in cui la giovane morì all’alba del 20 ottobre 2018. Gli altri avvisi di garanzia sono stati invece spiccati a carico di un 41enne veronese ma residente a Mantova, con cui Annunziata – ma per tutti Nunzia – arrivò quella sera a Modena e che trascorse con lui l’intera nottata ed un altro giovane che sarebbe stato invece identificato dai carabinieri quale responsabile della cessione di sostanze stupefacenti. Quest’ultimo, infatti, sarebbe stato notato assieme alla 24enne all’esterno del locale notturno emiliano. Le indagini condotte dai militari dell’Arma di Guastalla, erano risultate particolarmente complesse proprio per la difficoltà di ricostruire la cerchia di persone presenti quella notte con la vittima. Secondo quanto riferito agli inquirenti dall’amica guastallese, la 24enne, poco prima di collassare aveva chiesto di alzare il volume dello stereo per poter ballare per poi crollare invece sul divano del soggiorno in preda a convulsioni. L’esito dell’esame autoptico aveva infine accertato che la causa dell’arresto cardiaco era da addebitare a un micidiale cocktail di cocaina e droghe sintetiche assunto dalla ragazza. Fin da subito la madre di Nunzia, residente col resto della famiglia a Novara e difesa dall’avvocato Berenice Candela, aveva fatto un accorato appello affinchè i responsabili della morte della figlia venissero individuati al più presto. Nunzia, dopo il trasferimento nel Mantovano aveva lavorato per qualche tempo come barista al locale “La Luma” di Pietole.