Covid, trasporti pubblici e scuola: ed è subito odissea per gli studenti mantovani

MANTOVA Cosa c’è peggio del Covid? Viaggiare in autobus ai tempi del Covid. In tre giorni ad esempio solo fra San Benedetto Po e Ostiglia è successo che molti studenti siano stati lasciati a terra perché non c’era posto sul bus dell’Apam che li doveva riportare a casa, e che il giorno seguente (ieri) il bus doppio in partenza dal paese di Cornelio si sia fermato per un guasto a Revere. Questo per quel che riguarda la Bassa. Non va granché meglio per chi va a scuola a Mantova. Il rientro insomma non è garantito, soprattutto all’ora di punta, ovvero sui bus in partenza intorno a mezzogiorno. Corriere stracariche di studenti stipati, con buona pace del distanziamento sociale. L’assalto inizia dal marciapiede ella fermata, quando l’autobus accosta e i ragazzini (in questi primi tre giorni mancano ancora all’appello le classi degli ultimi anni,  ndr) si fiondano verso le porte cercando di accaparrarsi un posto di quell’80% a disposizione di chi viaggia (vedi foto qui sotto).

Il restante 40% (per un totale di 120%) si accomoda un po’ come può, tutti con la mascherina, pena sanzioni severe, nessuna traccia invece di liquido disinfettante alla salita del bus. Solo le corse in andata e in particolare quelle del primo mattino, sono per ora a norma. Il problema riguarda soprattutto il rientro, come hanno segnalato ieri diversi genitori soprattutto da San Benedetto Po, Quistello e bagnolo San Vito. «Martedì hanno lasciato a piedi diversi ragazzi che dovevano tornare a casa da Ostiglia – spiega una mamma -, perché non c’era più posto sull’autobis. Stiamo parlando di abbonati (74 euro per 15 giorni), un afflusso più che prevedibile. Abbiamo scritto una Pec ad Apam per segnalare il disguido e abbiamo anche contattato i sindaci di Quistello e San Benedetto. Il giorno dopo (ieri,  ndr) hanno messo un bis doppio da Ostiglia che però si è guastato a Revere. Un’ora di attesa per avere un autobus sostitutivo dove non ci potevano stare tutti. Fortuna che buona parte se li erano andati a prendere i genitori». Oggi è già, ma anche solo il quarto giorno di scuola.