Morti sul lavoro: allarme di Inail e sindacati

MANTOVA Il decimo rapporto sulla cassa integrazione, redatto dal servizio politiche attive della UIL, mette in luce una situazione critica: a distanza di due mesi dalla fine dell’anno, il ricorso a questo ammortizzatore sociale continua a salire portando ad un totale di 212,5 milioni di ore il numero delle ore autorizzate nei primi dieci mesi; un aumento, dunque, del 18,3% rispetto allo scorso anno. I dati, purtroppo, mostrano una crescita molto forte della cassa integrazione straordinaria (+34,8% rispetto ai primi dieci mesi del 2018) che assorbe il 60,6% del totale e ciò deriva da una situazione di perdurante sofferenza di una parte del nostro tessuto produttivo. L’aumento delle ore di cassa integrazione ordinaria (+2,5%) però, testimonia che negli scorsi mesi anche nuove aziende sono entrate in difficoltà. Se, in valore assoluto, è nel Nord che si ha la più alta concentrazione di ore autorizzate (98,4 milioni), è nel Mezzogiorno che si ha l’incremento maggiore rispetto allo stesso periodo del 2018 (+44,6%). In 14 Regioni e nella Provincia Autonoma di Bolzano si registra un aumento di ore autorizzate, con il picco più alto in Molise (+180,9%).
La Lombardia vede letteralmente esplodere la cassa integrazione (ordinaria e straordinaria) che, da settembre a ottobre, vede un incremento del 91%. Ad uno sguardo più ampio, che elabora i primi dieci mesi del 2019 e li mette a confronto con l’anno precedente, la regione registra un aumento contenuto delle ore di cassa autorizzate ma significativo, dell’8,7%.
A livello provinciale, Mantova conferma il dato regionale, peggiorandolo. In autunno, il ricorso alla cassa integrazione (specialmente quella ordinaria) è aumentato vertiginosamente del 146%. Anche il confronto sui primi dieci mesi del 2018 e di quest’anno dà la stessa percentuale che apre a riflessioni sullo stato di salute del nostro sistema produttivo.
Per Paolo Soncini, segretario UIL Mantova-Cremona: “la situazione di crisi che stanno vivendo molte aziende è anche figlia di una perdurante assenza di politiche di sviluppo e di competitività, la prima e principale azione da intraprendere è quella di rilanciare il Paese con una politica industriale che guardi al lungo periodo”.