Multe, rottamazione per 1.7 milioni

MANTOVA – Il decreto legge 23 ottobre 119/2019, articolo 4, comma 1, decretava lo stralcio di tutte le cartelle pendenti negli enti locali inferiori a 1.000 euro, e così per il Comune di Mantova questa sorta di sanatoria tombale sul micro-credito ha messo l’anima in pace a 196.032 posizioni, quasi sempre coincidenti con il numero dei debitori verso l’ente locale. Per questi c’è una sorta di pace tombale con le tanto temute e famigerate cartelle di Equitalia.
Il fatto sorprendente in ogni caso è che il numero delle spettanze da parte di via Roma va quasi a coincidere con quello delle contravvenzioni per violazioni al codice della strada. Degli oltre 11,75 milioni che l’amministrazione vanta come crediti, la quasi totalità (11,08) è infatti dovuta a multe stradali mai pagate. Multe che, a quanto pare, hanno un’origine piuttosto variegata, quasi a sfatare la “vulgata” secondo la quale a non pagarle sarebbero solo i cittadini stranieri. Molti invece, specie negli ultimi anni, sono i mantovani purosangue che si sono trovati nell’impossibilità materiale di fare fronte a queste uscite; si pensi a sanzioni amministrative che fanno capo a fallimenti, o a partite Iva chiuse, o più semplicemente a disoccupati.
Il record assoluto, come assicurano alla Polizia locale, spetta proprio a un mantovano che nel tempo ha cumulato 1.799 multe per violazione del codice della strada. Trovandosi questo in condizione di nullatenenza e nullafacenza, con un’auto (unica proprietà) stimata 600 euro, risulta inattaccabile alle cartelle di Equitalia, e persino i costi delle notifiche hanno raggiunto nel suo caso cifre spaventose.
Cambia qualcosa per il Comune? Parrebbe di no. Ogni anno, come assicurato a suo tempo dal vicesindaco  Giovanni Buvoli, il bilancio dell’ente prevede per legge un fondo speciale che contempla proprio i crediti di dubbia esigibilità, ossia numeri che il Comune non può mettere nelle finche delle entrate, e a fronte dei quali deve anzi predisporre un fondo proprio in grado di andare a copertura di ciò che non entrerà mai.