Night a luci rosse, sentenza di non luogo a procedere per due imputati

MANTOVA – Sfruttamento della prostituzione: con questa accusa era finito alla sbarra Mauro Pocorobba, 51enne impresario procacciatore di ballerine originario di Enna. In concorso con altre persone era riuscito a creare, tra l’agosto 2010 e il settembre 2013, un giro di “squillo” in diversi locali notturni consentendo rapporti sessuali a pagamento: 50 euro ogni 15 minuti di privé che finivano nelle casse dei locali. L’inchiesta della Procura di Brescia aveva portato all’arresto di undici persone e al sequestro di quattro locali di lap dance, tra cui il “Red Beer”, ex Furore, di Rivarolo Mantovano. L’indagine aveva permesso di individuare tra i protagonisti dell’organizzazione anche due carabinieri. Secondo gli inquirenti, uno di loro, Vituccio Maccagnino, all’epoca in servizio nel Cremonese e accusato di favoreggiamento, si sarebbe prestato a dar sostegno al giro di prostituzione. Per il secondo militare invece operativo in provincia di Brescia il capo d’imputazione è di associazione a delinquere. Ieri mattina il collegio dei giudici a carico dei primi due imputati ha emesso sentenza di non luogo a procedere secondo il principio giuridico del  ne bis in idem – locuzione latina che tradotta alla lettera significa «non due volte per la medesima cosa – in quanto già processati e condannati (cinque anni e sei mesi per Pocorobba, quattro anni e nove mesi per Maccagnino) dal tribunale di Brescia nel 2018 per i medesimi fatti. Per il terzo imputato invece l’istruttoria dibattimentale avrà inizio il prossimo 11 giugno.