MANTOVA Nessun risultato apprezzabile sinora hanno sortito le indagini della Polizia locale in relazione allo sversamento di mercurio denunciato lo scorso 31 gennaio in via Gandolfo, all’altezza dei civici 26-28. Purtroppo come confermano gli assessori all’ambiente e alla sicurezza Andrea Murari e Iacopo Rebecchi, quel tratto di via rimane fuori dal raggio d’azione della videosorveglianza.
Al momento di sicuro c’è solo il costo sociale della rimozione del pericoloso rifiuto altamente tossico: un’operazione che il Comune ha affidato alla ditta specializzata Acr Spa di Mirandola. Il tutto, dietro prescrizione dell’Arpa e dei Vigili del fuoco che hanno redatto i verbali, dietro un pagamento di 11.100 euro, comprensivo degli oneri di raccolta e smaltimento in condizioni di estrema urgenza.
Di certo, non si tratta di un abbandono di rifiuti tossici prodotto da privati: la quantità di mercurio rinvenuta non è riconducibile alla rottura di un vecchio termometro domestico, ma più credibilmente a un residuo di lavorazione particolare, ove sia richiesto appunto l’agente chimico del mercurio. Dato, questo, che potrebbe essere utile a circoscrivere le indagini della Polizia locale, dal momento che si tratterebbe di verificare solamente poche attività, nelle quali le quantità di mercurio disponibili devono essere certificate, documentate e tracciabili. Per ora, ne rimane il costo sociale e il danno.