Otto ore per ospedali col dito tagliato in un sacchetto

MANTOVA È stata una corsa contro il tempo, purtroppo finita malamente, quella di un artigiano edile che mercoledì, poco dopo mezzogiorno, si tranciava un dito con una mola angolare ferendosi anche un secondo dito, che rimaneva attaccato per poco. Quattro ospedali, fra cui il Carlo Poma, hanno inizialmente alzato bandiera bianca, sinché un ultimo tentativo di riattaccare le dita è stato compiuto al rientro in città, ma l’intervento non ha dato garanzie di riuscita. Per operazioni di ricostruzioni simili c’è un tempo limite di 6 ore, e nel caso il paziente è arrivato in sala operatoria dopo 8 ore di attesa.
Il fatto è accaduto l’altro ieri, verso mezzogiorno, quando G. B., 46 anni, artigiano edile di origine marocchina, nel rifilare un battiscopa in un appartamento del centro con un “flessibile” si è ferito seriamente alla mano sinistra. In un dito sono state tranciate due falangi, mentre un secondo dito risultava mezzo staccato.
Portato d’urgenza da un collega al pronto soccorso del Poma con il dito amputato in un sacchetto di plastica riempito di ghiaccio, è iniziata per lui una vera odissea. Tre ore sulla barella in cerca di una clinica specializzata in simili interventi. Si è partiti con Monza, ma data l’indisponibilità di questa a ricevere il ferito, la ricerca è proseguita verso Verona.
Portato a Borgo Roma, la beffa: quell’ospedale manca di una chirurgia della mano. L’ambulanza allora è proseguita per Borgo Trento, ma invano, e solo per sentirsi dire che il paziente non poteva essere preso in carico.
Da qui il rientro in extremis a Mantova, dove finalmente si sono aperte le porte della sala operatoria. Ma per il dito tranciato ormai non c’era più nulla da fare: troppe ore erano trascorse dall’amputazione. Un intervento durato tre ore e finito a mezzanotte è stato mirato solo a riattaccare il dito rimasto penzolante, ma senza garanzia di buon esito. Nella grottesca (ma tragica) ricostruzione della giornata va a consuntivo che un paziente grave dalle 13.15 ha potuto ricevere le cure dovute solo a fine giornata, alla mezzanotte.