Pagava le proprie spese con i soldi dell’associazione: accusato di appropriazione indebita si difende davanti al giudice

MANTOVA  È finito a processo per appropriazione indebita perché secondo l’accusa avrebbe usato la carta di credito dell’associazione di cui era sovrintendente all’epoca dei fatti. S.C.D., 64enne di Villafranca di Verona, si è difeso ieri in aula fornendo spiegazioni sui vari episodi che gli vengono contestati, che sarebbero avvenuti a Castelbelforte tra aprile e agosto del 2018, quando era sovrintendente e di fatto gestiva i conti dell’associazione Accademia d’Arti Discanto. Secondo l’accusa il 64enne avrebbe usato soldi dell’associazione per fare più volte rifornimento di carburante; in un caso avrebbe pagato una spesa da 120 euro al supermercato; altri 300 euro circa sarebbero stati usati per pagare una rata per l’acquisto dell’auto della sua compagna; ancora circa 400 euro per una perizia di valutazione di un immobile e 900 euro per le rate dell’asilo del figlio. L’imputato ieri in aula ha piegato che quei prelievi, fatti per necessità (mancanza di contanti per un acquisto e simili), erano sempre stati segnalati all’associazione affinché li scalasse dal credito che lui aveva nei confronti dell’Accademia d’Arti Discanto. «Il giorno delle mie dimissioni – ha detto il 64enne – ho fatto un bonifico da 2mila euro all’associazione per non lasciare nessuna pendenza». «Allora come spiega queste querele?» ha chiesto il giudice Silvia Siniscalchi. «La mia sensazione – ha replicato l’imputato – è che qualcuno abbia creduto che dopo essermene andato avessi fatto perdere delle commissioni alla fondazione». Il giudice ha quindi accolto l’istanza della difesa di sentire un nuovo testimone all’udienza del prossimo primo luglio, quando poi seguirà la discussione e la sentenza.