Percosse e minacce per 25 anni: lei ritratta, marito assolto

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MANTOVA – lla lettura della sentenza con cui il tribunale di Mantova ha mandato assolto l’ex marito, accusato di maltrattamenti in famiglia, perché il fatto non sussiste, ha avuto un sussulto di rabbia pur preventivando però l’esito del verdetto. «Venticinque anni di umiliazioni e botte non si cancellano così», ha sbottato uscendo dall’aula, seppur consapevole che l’aver ritrattato le denunce da lei presentate potesse comportare un responso di non colpevolezza per l’ex coniuge, nonostante una richiesta di condanna avanzata dal pubblico ministero di quattro anni. I fatti ascritti all’imputato e occorsi nell’hinterland cittadino, risalivano ad un periodo antecedente il 2017. Le percosse, le minacce e le vessazioni erano infatti iniziate a susseguirsi dopo un incidente stradale, in seguito al quale l’uomo, che all’assunzione di farmaci univa anche l’abuso di alcol, aveva riportato un’invalidità del 75%. Una situazione divenuta ben presto di costante pericolo, per la propria incolumità, a cui la persona offesa aveva cercato di rimediare contattando anche un centro che si occupa di dipendenze, ma senza mai osare dirlo al marito per paura. Il risultato erano state quindi le botte e le offese gratuite che la vittima aveva collezionato a cadenza pressoché quotidiana, oltre all’impossibilità di uscire da sola. Fino a quando la donna aveva trovato il coraggio di contattare Telefono Rosa che l’aveva aiutata ad allontanarsi da casa, trovandole una sistemazione in un’altra città.