Prostituzione, chiesti 5 anni per la basista del delitto Colli

MANTOVA – Mantova Cinque anni di reclusione e 2mila euro di multa, con esclusione delle attenuanti generiche. Questa la richiesta avanzata ieri in requisitoria dal pubblico ministero Giulio Tamburini nei confronti di Roxana Adriana Girdan, la 31enne rumena residente a Mantova già implicata nel delitto di Edo Colli, l’imprenditore agricolo di Buscoldo ucciso nel maggio 2012 a seguito di una rapina finita tragicamente nel sangue, e per questo già condannata in secondo grado a 9 anni e 8 mesi, di cui 8 trascorsi dietro le sbarre.
In questa ulteriore procedimento però le accuse che le vengono addebitate, in un giudizio collegiale correlato a quello in precedenza instaurato per omicidio volontario in concorso, sono di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Oltre a lei, infatti, sul banco degli imputati con le medesime contestazioni, erano finiti un anno fa anche altri tre componenti della banda di cittadini rumeni responsabili della morte dell’agricoltore, ma tutti giudicati in separata sede con riti alternativi. Si tratta di Constantin Posa (condannato nel giudizio principale a 25 anni di reclusione), Ciprian Nicolae Anghel (condannato all’ergastolo e ancora latitante) e infine Ovidiu Aurel Baisan (l’ultimo del gruppo ad essere catturato, nell’estate 2018 in Transilvania e condannato anch’egli al carcere a vita). In questo caso di specie, stando alla pubblica accusa, la 31enne, unitamente agli altri membri del sodalizio, avrebbe costretto una loro connazionale a prostituirsi sui marciapiedi cittadini nel periodo immediatamente antecedente l’omicidio di Edo Colli, di cui era stata considerata la basista. Nello specifico Csilla Hegvy, questo il nome della presunta vittima, sarebbe stata indotta a raggiungere l’Italia da Constantin Posa, che nell’aprile 2012 gli avrebbe anche pagato il biglietto dell’autobus dalla Romania. Dopo essere stata ospitata per qualche tempo a casa di un altro rumeno a Lodi, sarebbe stata prelevata dai quattro e quindi trasferita a Mantova per essere avviata, dietro minacce e percosse, all’attività di meretricio, fornendole altresì supporto logistico dapprima tramite un affittacamere di Marmirolo per poi venire infine “parcheggiata” in un albergo a Bagnolo San Vito, dove tutti nel frattempo avevano preso alloggio; in questo modo la giovane, fungendo da vero e proprio bancomat, avrebbe mantenuto l’intera banda a cui spettava l’intero guadagno delle varie prestazioni sessuali, quantificati poi dagli investigatori in circa 390 euro.
Inoltre, per tenerla sotto controllo, le avrebbero requisito il proprio cellulare fornendogliene uno nuovo attivato direttamente da Roxana Girdan. Dopo averla picchiata, umiliata, obbligata a dormire per terra e minacciata di ritorsioni alla propria famiglia, l’avrebbero quindi costretta a prostituirsi in zona Colle Aperto per quattro notti consecutive, dall’11 al 14 maggio, prima di riuscire finalmente a fuggire e denunciare i propri aguzzini. In un’occasione addirittura, secondo quanto dichiarato in aula dalla stessa persona offesa – dal 2017 irreperibile – durante il processo per il delitto Colli, l’imputata l’avrebbe accompagnata personalmente a casa di un cliente italiano mai identificato. Prossima udienza, fissata per repliche, il 17 gennaio.