Puzze dalla Pro-Gest, assolti gli scarichi nel lago

MANTOVA – L’unico scarico che la cartiera Pro-Gest ha sul Parcarello è quello delle acque meteoriche non contaminate. Questa la sensazionale risultanza asserita dai tecnici dello stabilimento di via Poggio Reale nell’ambito della conferenza di servizi convocata per esaminare le emanazioni odorifere, dai residenti ricondotte alla cartiera stessa.
Si tratta di un giudizio di parte, nondimeno confortato da una relazione fornita nei mesi scorsi dall’Arpa, che aveva accertato la veridicità di quanto affermato dalla proprietà. Come dire che, se una fonte di inquinamento c’è, essa non deriva dalla cartiera, quanto piuttosto dalle condotte comunali che in parte collettano la rete fognaria.
La versione non smentisce il numero crescente di segnalazioni (oltre 400) pervenute al Comune dai residenti di Cittadella e Colle Aperto, confermate dagli architetti Bizzo e Cornacchini già al tavolo del maggio scorso per conto del comitato dei residenti. I quali hanno confermato il forte disagio dei cittadini della zona, oltre allo «lo sconforto dovuto al peggioramento della situazione e al fatto che non sembrano esserci soluzioni da adottare. I due professionisti hanno altresì evidenziato che l’odore va ricondotto sinteticamente a due tipi: quello di carta macerata/cotta (ormai però interamente rimossa dall’area della cartiera) e quello odore sulfureo presso lo scarico del depuratore ma anche nell’abitato. Soprattutto lo scarico dello stabilimento presso il canale Parcarello è sistematicamente fonte di odore «e si tratta dello stesso odore che si sente presso le abitazioni, così come gli odori percepiti e segnalati nell’autunno 2021 in occasione di un incontro coi residenti e la giunta comunale seguente al tavolo provinciale.
Le prescrizioni imposte dal Comune e dalle autorità sanitarie sono state tutte esaudite dalla Pro-Gest, compresa la copertura delle vasche di macerazione. Dunque, si apre la discussione sulle cause delle fonti maleodoranti, che a questo punto vedono assolto lo stabilimento produttivo. Altrettanto dicasi per lo stop alle torri di raffreddamento, già avvenuto nei tempi imposti dal precedente tavolo.
Ulteriori indagini con i “nasi elettronici” sono in corso, sia da parte dell’azienda che dagli organismi preposti. Da fonti ufficiose si evince che le esalazioni non proverrebbero dagli impianti produttivi e dai suoi scarichi. Ma da chi allora? L’ultima relazione attesa a settimane potrebbe finalmente svelare l’arcano.