Quella torre “ingabbia” Palazzi: “Buttati via 3 milioni dei cittadini”

MANTOVA La miccia è stata accesa sotto la torre della Gabbia (recuperata con 3 milioni) dai condomini di palazzo Cadenazzi intenzionati a far valere le proprie ragioni contro il Comune. Per loro l’accesso alla torre dall’appartamento acquistato allo scopo da via Roma contravviene al rogito di vendita del monumento all’ente nel 1987, ove espressamente si precisava che la torre è bene “intercluso”, e non vi si può accedere in alcun modo dalle unità abitative del palazzo.
Ora quella miccia viene alimentata nelle polveri dai consiglieri di opposizione, che da subito, ossia dal voto consiliare del 20 novembre 2015, avevano ostacolato il proposito del sindaco Mattia Palazzi di rendere visitabile la torre di via Cavour acquisendo l’appartamento di palazzo Cadenazzi. «Già nel 2015, quando il consiglio approvò il progetto di massima, la minoranza aveva espresso tutte le perplessità e gli ostacoli che avrebbero dovuto indurre i consiglieri a non approvarlo – commenta Tommaso Tonelli (Lega). Avevamo informato il consiglio dell’impossibilità di accedere alla torre dalle singole proprietà facendo esplicito riferimento al rogito notarile del 1986/1987. Naturalmente la maggioranza ha ignorato i rilievi posti che ipotizzavano un possibile danno erariale a carico di chi avesse approvato il progetto».
Attendista sull’esito della vertenza legale, anche il capogruppo leghista Andrea Gorgati, che recepisce la difficoltà di portare avanti il progetto della giunta: «Sarebbe meglio inserire l’appartamento acquistato come biglietteria nella lista degli immobili da alienare».
Dal canto suo il leader dell’opposizione Stefano Rossi (Mantova ideale) fa i cosiddetti conti della serva: «La delibera del consiglio comunale del 4 marzo 1985 recita che la Torre viene ceduta al Comune “interclusa”, cioè senza diritti per l’ente di accedere a essa dai locali condominiali e privati, ora gravati da servitù passiva a riguardo. Perché allora sono stati spesi dal Comune i 505.540 euro dei cittadini mantovani per comprare l’appartamento a servizio della torre? Giudicate voi».
Né meno duro il capogruppo di Forza Italia Pier Luigi Baschieri: «Inutile girarci intorno: se i condomini del palazzo dovessero farsi forti del rogito dell’86 con una causa legale, si rischierebbe un braccio di ferro amministrativo senza precedenti con il Comune. Una rinuncia che potrebbe aprire lo spettro di danno erariale. In ogni caso, il sindaco Palazzi faccia chiarezza nel primo consiglio utile». (valef)