MANTOVA Coro di no alla paventata eliminazione del vincolo sportivo nei dilettanti, anche se non mancano le posizioni controcorrente. Abbiamo sentito alcune società mantovane.
Castiglione – Partiamo dalla contrarietà del Castiglione, per bocca del manager Gianluca Manini.
Sporting Club – «Siamo contro l’abolizione del vincolo – dice il vicepresidente Salvetti -, una delle nostre missioni è la valorizzazione del settore giovanile. Perdere di colpo il vincolo sarebbe una grossa perdita. Gestire un settore giovanile ha costi importanti: impossibile investire senza poter avere un patrimonio per la società».
San Lazzaro – «Perdere il vincolo sarebbe un danno – dice il ds Michele Jacopetti – chiunque faccia calcio in maniera seria, e specialmente chi punta sui giovani deve avere la possibilità di programare. Senza il vincolo è impossibile. Sono favorevole ad una revisione del sistema. Ma l’abolizione sarebbe insostenibile».
Asola – «Il vincolo tutela le società – dice il diesse Marcolini -, ed è l’unico modo per incentivare la funzione sociale e sportiva dei settori giovanili».
Castellana – Più possibilista il manager della Castellana Alessandro Cobelli: «Come tutte le cose ha pro e contro. Ma un’abolizione richiederebbe altre regole, magari il diritto di un vincolo di due anni dopo la fine del settore giovanile. Altrimenti non converrebbe più a nessuno far crescere i vivai».
Suzzara – Originale la posizione di Fausto Cominotti, dg del Suzzara: «Sono favorevole al vincolo solo se si aboliscono i premi di preparazione, che hanno meccanismi spesso poco chiari e a volte paradossali».
Marmirolo – «Se ci fosse correttezza nei rapporti, si potrebbe fare anche senza il vincolo – dice il ds Dalmaschio -, ma in un mondo come questo si finirebbe nel caos. Oggi i settori giovanili difficilmente si “ripagano”. Sarei favorevole ad un riconoscimento di parametri fissi, ma anche questo sistema avrebbe dei limiti».
Curtatone – A favore del mantenimento del vincolo il tecnico Virginio Araldi.
Gonzaga – Contrario all’abolizione del vincolo anche il patron Bellini: «Il vincolo dev’essere assolutamente confermato, per premiare chi sa valorizzare i giovani».
Serenissima – Controcorrente va il manager della Serenissima Michele Baratti «Sono favorevole all’abolizione, il calcio dev’essere un sano divertimento nel mondo dilettantistico, dove non ha senso far girare tanti soldi».
Sermide – Il patron Sermidese Gianni Massarenti, che con la propria società ha sempre puntato sui giovani locali, è a favore di un mantenimento del vincolo: «Si tratta di un riconoscimento per il nostro lavoro, coi prestiti dei giocatori racimoliamo delle cifre che servono a far proseguire l’attività della società stessa».
Viadana – Sulla stessa lunghezza d’onda del Sermide, l’opinione del tecnico canarino Gianluigi Froldi.