Regione, spunta dai cassetti un nuovo eliporto al Migliaretto

MANTOVA I termini per acquisire il Migliaretto dal Patrimonio dello Stato sono ormai scaduti: la Regione, che inizialmente sembrava intenzionata a far valere il diritto di prelazione sull’ex aeroporto cittadino per trasformarlo in scalo eliportuale, principalmente con funzione di elisoccorso a servizio dell’ospedale, ormai parrebbe avere accantonato il progetto.
Un progetto peraltro per il quale si ritrova nei cassetti uno studio di fattibilità con tanto di planimetrie e rendering. Scelta mancata che, ovviamente, lascia campo libero all’opzione alternativa: quella da anni caldeggiata dall’amministrazione comunale di occupare quell’ampio sedime con il nuovo stadio “Martelli”. Una sorta di “piano B” che comunque comporterebbe un investimento ingente ad oggi impensabile per le casse di via Roma, dato che per il solo stadio occorrerebbero 30 milioni circa, ai quali dovrebbero aggiungersi i costi di acquisto dell’area, al momento non quantificabili.
Resta invece potenzialmente aperto il ragionamento speso dal Pirellone nel giugno dello scorso anno, quando la giunta, sostenuta dalle richieste di Alberto Zoli dell’Areu, prese in esame un progetto di eliporto ed elisoccorso nato in seno a uno studio del Politecnico e portato all’attenzione di Palazzo Lombardia. Studio che prevede, oltre alla pista di scalo, anche spazi attrezzati per la manutenzione e il rifornimento dei velivoli in partenza e in arrivo. Quegli stessi velivoli che attualmente si vedono costretti a manovre disapprovate dall’Enac nella piazzola interna al parcheggio del Poma. Una modesta piattaforma nemmeno troppo attrezzata, che il Poma stesso ha già pensato di delocalizzare sulla copertura del “Blocco E”, già approvato da Milano, e che dovrebbe andare a gara per progettazione ed esecuzione già dal prossimo anno. L’intero progetto, in ogni caso, prevede nel cronoprogramma provvisorio una durata di tre anni per la sola costruzione del nuovo corpo ospedaliero destinato a ospitare i poliambulatori. Tre anni ai quali vanno aggiunte le lungaggini delle procedure di gara e la progettazione stessa del futuro edificio.
Nel frattempo il servizio di elisoccorso rimane lì dov’è, senza nemmeno il benestare dell’Enac, l’ente nazionale che sovrintende ai voli. Quella piazzola da anni declassata viene per lo più utilizzata per trasferimenti di massima urggenza; gli altri sono affidati alle ambulanza. I rari atterraggi, avvengono solo in ore diurne per la conclamata pericolosità della piazzola, predisposta nel bel mezzo di un parcheggio, con limitati spazi d’azione rispetto ai muri del Poma, e a soli 40 metri da un distributore di carburanti.