Ricerca lavoro, a Mantova i profili più richiesti sono concentrati sulla logistica

MANTOVA Il PNRR da solo non basta, serve un cambio di paradigma. È quanto emerge dal libro di Andrea Malacrida, ad di Adecco, dal titolo “Immaginare il lavoro”, presentato oggi presso lo Spazio Te a Palazzo Te.
Nel libro parla di linee guida su cui l’Italia deve lavorare per non veder svanire una delle più grandi opportunità degli ultimi decenni, il PNRR. In cosa consistono?
“Il PNRR è una risorsa straordinariamente importante per il nostro paese, con una gestione delicata perchè a cavallo delle elezioni. Per la nostra attività, la formazione e le nuove skills richieste dal mercato sono i due items principali. Una formazione indirizzata alla trasformazione delle competenze legate alle nuove professioni, soprattutto in materia di digitale e sostenibilità”.
Come si risolve il problema dell’incontro tra domanda e offerta?
“Deve entrare nella testa degli italiani, o di chi è preposto a gestirne l’orientamento, che deve cambiare il paradigma tra trovare un’occupazione e investire sull’occupabilità, cioè sulla capacità di essere maggiormente spendibili sul mercato e aderenti alle reali competenze richieste dal mercato stesso”.
Nel corso del 2021, il Mantovano ha visto crescere i profili ricercati in diversi settori, dalla logistica (+190%), al commercio (+215% di responsabili degli acquisti e + 106% di specialisti di pubblicità e marketing) fino all’alimentare (+207% di conduttori di macchinari per la fabbricazione di alimenti e assimilati). Come si spiega?
“Fa seguito a uno sviluppo nazionale a cui si aggiungono le eccellenze del territorio come l’alimentare. La logistica è una diretta conseguenza dei due anni di Covid. C’è stata un’esplosione delle attività di delivery e delle consegne, sono cambiati i comportamenti in un paese come l’Italia che è molto ricettivo a questo aspetto. Sempre dalla pandemia, si è sviluppata una grande attenzione verso la cura della persona così come alla parte di comunicazione, engagement e gestione della sicurezza dei lavoratori”.
Quali sono, invece, le note dolenti del mantovano?
“Ci sono figure che prima era molto più semplice reperire sul mercato e che oggi, anche ricercando skills non troppo specializzate, diventa complicato trovare sia per gli interventi di sussistenza dello Stato, a cominciare dal reddito di cittadinanza, sia per comportamenti dovuti a situazioni ambivalenti retaggio del Covid”.
Quali sono le risorse che mancano?
“Purtroppo c’è stata una generalizzazione sulla totalità dei profili. Gli imprenditori mantovani sono frustrati per la mancanza di identificazione di figure prettamente operative, come in tutto il Nord Italia”.
Si parla spesso di giovani, ma il reinserimento degli over 50 nel mondo del lavoro?
“Non ci si può più accontentare di un unico lavoro e di un’unica carriera professionale nella vita, bisogna attivarsi per avviarne due o tre. Fondamentale è l’aggiornamento delle competenze rispetto a quelle che sono le reali esigenze del mercato. Occorre studiare, aggiornarsi e lavorare su una formazione continua delle proprie competenze”.
Altro lascito del Covid, lo smartworking…
“È una forma mentis. Da una parte si deve andare in incontro alle aspettative delle persone, renderle più motivate, dall’altro il livello di produttività va salvaguardato. Oggi è una modalità di lavoro abbastanza abituale, alcuni lavoratori la richiedono e se la aspettano. Come dice il Governo, bisogna però definire degli accordi in linea per tutelare aziende e lavoratori”.
Quindi, come immagina il lavoro di domani?
“Occorre pensare a un’evoluzione e a una trasformazione molto forte in ambito digitale e delle interconnessioni con la possibilità di aggiornarsi continuamente. Quello che manca nel mercato del lavoro è un oggettivo e riconosciuto percorso di orientamento. Noi come azienda lo abbiamo fatto attraverso una startup, Phyd, un mix tra fisico e online, con il nuovo spazio aperto in via Tortona, a Milano, dove tecnologia ed esperti aiutano le persone a essere sempre occupabili”.
Tiziana Pikler