MANTOVA – Sono 26 gli indebiti percettori del reddito di cittadinanza scoperti dalla Guardia di Finanza di Mantova, in collaborazione con l’Inps, per un totale di oltre 260mila euro di sussidi intascati senza averne i requisiti. In particolare l’attività investigativa delle Fiamme Gialle si è sostanziata inizialmente nel selezionare una platea di soggetti recanti potenziali “profili di rischio”. Ogni posizione è stata poi oggetto di approfonditi riscontri mirati. Tra i vari casi accertati sono stati individuati: un soggetto iscritto all’Aire (anagrafe degli italiani residenti all’estero), dal 2016 residente in Moldova; un soggetto proprietario di 5 unità immobiliari site in provincia di Cremona non dichiarate al momento di presentazione della dichiarazione sostitutiva unica; un soggetto risultato irreperibile; un titolare di 2 partite Iva, che ha omesso, inoltre, la presentazione delle dovute dichiarazioni dei redditi e nei confronti del quale sarà pertanto avviata una mirata attività ispettiva; 4 soggetti, assidui scommettitori su piattaforme di gioco online, che hanno omesso di dichiarare vincite conseguite per consistenti importi. Relativamente a questi ultimi 4 individui, premesso che il decreto istitutivo del sussidio dispone l’assoluto “divieto di utilizzo del beneficio economico per giochi che prevedono vincite in denaro o altre utilità”, è stato constatato che ognuno di essi, pur avendo dichiarato risorse finanziarie del tutto esigue, è risultato titolare di numerosi conti di gioco utilizzati per effettuare migliaia di scommesse online per importi complessivi incongruenti rispetto alla prospettata condizione di indigenza. In particolare, è stato accertato il caso di uno dei percettori del sussidio intestatario di 11 conti di gioco online. Inoltre i finanzieri hanno anche individuato tre soggetti beneficiari che avevano omesso di dichiarare di essere detenuti in carcere, e altri tre le cui rispettive famiglie risultavano percepire il reddito di cittadinanza senz’aver comunicato lo stato detentivo di uno dei familiari (percependo, in quest’ultimo caso, un importo superiore a quanto previsto). Tutti i trasgressori sono stati dunque deferiti alla procura perché responsabili di vari reati, il più grave dei quali punito con la reclusione fino a 6 anni, come previsto per chi rende dichiarazioni non veritiere per ottenere o mantenere indebitamente il reddito di cittadinanza. Contestualmente, è stata altresì segnalata la posizione di questi 26 “furbetti” anche all’Inps perché proceda a revocare il beneficio e a recuperare gli oltre 260mila euro intascati.