Sisma, arrestato anche il decimo uomo. Todaro sr nel mirino di Grande Aracri

MANTOVA Si sono tenuti ieri i primi interrogatori di garanzia per i nove indagati finiti in carcere e ai domiciliari in seguito all’operazione Sisma condotta dai carabinieri sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nella distribuzione dei fondi per la ricostruzione post-terremoto nel Mantovano. Nel frattempo ieri è stato arrestato anche il decimo uomo destinatario di ordine di custodia cautelare in carcere: Rossano Genta professionista residente a Oastiglia che non era stato ancora rintracciato perché al momento del blitz si trovava in Spagna. Le accuse nei suoi confronti sono di associazione a delinquere e corruzione.
Sul fronte degli interrogatori di garanzia alcuni di questi si sono tenuti in videoconferenza, altri davanti al giudice, altri ancora sono stati rinviati di 24 ore come quello di Felice D’Errico, il cui difensore, dopo avere ricevuto un fascicolo di circa 15mila pagine, ha chiesto tempo per impostare una strategia difensiva. Enrico Ferretti, un altro degli arrestati, ha respinto tutte le accuse mentre Giuseppe Todaro, l’architetto al centro della vicenda, e suo padre Raffaele Todaro, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Proprio a proposito di Raffaele Todaro, nel frattempo è emersa dalle carte dell’indagine Sisma un’inquietante rivelazione: secondo quanto racconta il figlio in un’intercettazione dell’agosto 2020, risulta che il padre, che tra l’altro era il genero del boss di ‘ndrangheta Antonio Dragone, assassinato in un agguato in Calabria nel 2004, doveva essere a sua volta ucciso. L’ipotetico omicidio di Raffaele Todaro sarebbe stato organizzato dalla cosca rivale dei Grande Aracri, presenza storica della ‘ndrangheta nel Mantovano. Secondo gli investigatori l’uccisione di Todaro senior sarebbe servita a Grande Aracri per limitare l’espansione del clan rivale sul suo territorio. L’incarico di Giuseppe Todaro a responsabile esterno dei comuni terremotati del Basso Mantovano per il conferimento dei fondi per la ricostruzione avrebbe accresciuto in maniera esponenziale il potere della famiglia Dragone nella nostra provincia a scapito di Grande Aracri, sempre più coinvolto con le varie indagini anti-mafia, da Aemilia a Pesci e Grimilde.