Studio di Asst Mantova su anemia falciforme pubblicato sull’Italian Journal of Emergency Medicine

MANTOVA  Uno studio focalizza l’attenzione sull’anemia falciforme, patologia con tendenza ad aumentare la sua diffusione nelle strutture di Pronto Soccorso, visto il continuo incremento del flusso migratorio dall’Africa all’Italia. L’epidemiologia che studia la distribuzione delle malattie nei vari paesi insegna, infatti, che in alcuni stati africani, soprattutto subsahariani occidentali (Nigeria, Cameurm, Ghana e così via), la prevalenza dell’anemia falciforme raggiunge anche il 30 per cento nella popolazione. Vivere e lavorare in Pronto Soccorso consente del resto al personale sanitario di avere un ‘occhio sul mondo’ e quindi affrontare patologie rare in Europa, ma assai frequenti in altri continenti.

La ricerca è stata pubblicata sull’ultimo numero della rivista Italian Journal of Emergency Medicine, condotta dai professionisti di Asst Mantova: il direttore dalla struttura di Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso Massimo Amato con i colleghi della sua équipe Dario Benazzi, Irene Cisamolo e Viviana Antonicelli; Barbara Presciuttini, medico della Medicina Generale di Mantova. Ha collaborato al lavoro Stefania Bonazzi, medico del Dipartimento di Emergenza di Ausl Imola-Bologna.

Il caso clinico descritto e analizzato riguarda una giovane donna africana con difficoltà linguistica, che si rivolgeva al Pronto Soccorso cittadino per un’intensa sintomatologia dolorosa di difficile gestione e con ricorrenti fasi di riesacerbazione. Dopo le opportune indagini e le prolungate cure all’interno del Pronto Soccorso si poneva diagnosi di crisi vaso occlusive delle ossa del bacino in paziente affetta da anemia falciforme (in inglese sickle cell disease).

L’anemia falciforme è una malformazione genetica ereditaria dell’emoglobina (la proteina che trasporta l’ossigeno contenuta mi globuli rossi) caratterizzata dalla presenza dei globuli rossi a forma di falce. I globuli rossi con tale conformazione vanno incontro a precoce distruzione (anemia) ed essendo più rigidi determinano una riduzione della fluidità del sangue.

In condizioni particolari – per esempio in caso di febbre, durante uno sforzo o in condizioni di carenza di ossigeno – i globuli rossi di tali pazienti falcizzano in gran numero inducendo vere e proprie ischemie di piccoli vasi negli organi interni (fegato, milza, cuore, polmoni), ma anche all’interno del tessuto osseo (femore bacino, omero, radio, ulna, vertebre). Queste crisi vaso occlusive sono dolorosissime e i pazienti vanno trattati con abbondante idratazione per via venosa, ma soprattutto con un’adeguata terapia antalgica che prevede l’uso di farmaci oppioidi.

Lo studio allerta gli operatori delle strutture di Pronto Soccorso, che vedranno sempre più casi di anemia falciforme in tutte le sue manifestazioni, a causa dell’elevato numero di

immigrati dall’Africa. Conclude che occorre mantenere alto l’interesse per questa malattia complessa e spesso ignota ai pazienti stessi, avendo anche come riferimento le linee guida specifiche della Società Italiana Talassemie ed Emoglobinipatie (Site).