Tagli di produzione, botta e risposta tra Confagricoltura e Grana Padano

MANTOVA Botta e risposta tra Confagricoltura  e    Grana Padano a proposito  dei cali di produzione. “Le ultime decisioni inerenti il Piano produttivo del Consorzio Grana Padano, approvato lo scorso dicembre, hanno provocato reazioni contrastanti nel mondo agricolo. Il nodo della questione è rappresentato dalla richiesta di riduzione delle produzioni del 3% avanzata nel mese di giugno 2020, in piena crisi pandemica da Covid-19 e di prezzo. I mercati però hanno dato risposte incoraggianti per il Grana Padano, e il taglio richiesto appariva dunque eccessivo. Da qui, la decisione di spalmarlo su due anni, vale a dire un 1,5% nel 2020 e un 1,5% nel 2021, provvedimento votato dall’assemblea del Grana Padano con larghissima maggioranza: «Come settore lattiero-caseario di Confagricoltura Mantova – spiega il presidente di sezione Manuel Lugli – condividiamo l’alleggerimento del taglio confermato dal presidente del Consorzio Renato Zaghini. I dati parlano chiaro, da gennaio a novembre 2020 i consumi sono aumentati del 3,7%, con un +7,1% nel retail in Italia. Il mese di dicembre 2020 addirittura si è chiuso con un +12,7% nelle uscite del marchiato, per un totale di oltre 5 milioni di forme uscite dai magazzini, cifra mai toccata nella storia. È la dimostrazione che i Piani produttivi sono efficaci, specie in un anno assurdo come questo, con pandemia, Brexit e dazi a influire pesantemente sui mercati».
Oltre all’annunciata riduzione del 3% in due anni, il Consorzio ha annunciato anche un ulteriore calo dell’1%, da mettere in atto sempre nel corso di questo 2021, portando il taglio ad un 4% complessivo in due anni: «Questo ci pare francamente eccessivo – spiega ancora Lugli – dato che il mercato, come abbiamo visto, sta dando altri segnali. Il Grana Padano si conferma la Dop più consumata al mondo, e chiediamo dunque che venga profuso uno sforzo maggiore per incrementare le vendite al di fuori dei mercati nazionali, sempre mantenendo la qualità come primo parametro indispensabile per la realizzazione del nostro formaggio». Nella prossima assemblea, in programma ai primi di febbraio, l’argomento dunque sarà all’ordine del giorno: «Chiediamo al Consorzio di ripensarci, e di ritirare l’ulteriore 1% di calo indicato a fine 2020».

l Consorzio prende atto della nota di Confagricoltura Mantova e nell’assemblea del 18 dicembre 2020 è stato stabilito che la prossima assemblea deciderà in merito, considerata la situazione in essere se revocare o meno la decisione di revoca del -1% delle singole quote per il 2021.

Si ricorda che la riduzione del -3% per il 2020, poi spalmata nel -1,5% l’anno per due anni è stata presa nell’Assemblea di giugno quando la pandemia aveva “spaventato” le uscite presso la ristorazione sia italiana che all’estero e le quotazioni di allora non erano rassicuranti.

Poi le cose sono migliorate, a dicembre si è data la possibilità di spalmare il -3% in due anni perché le uscite nelle famiglie hanno compensato ampiamente le frenate della ristorazione italiana e mondiale, le quotazioni all’ingrosso si sono ben posizionate e quindi si è deciso di rivalutare anche il -1% deliberato a giugno per il 2021.

La propensione prevalente oggi nella base consortile è in linea con i consigli degli amici di Confagricoltura Mantova ma, come sempre, saranno i consorziati nella prossima assemblea a prendere la decisione definitiva in merito.