MANTOVA – Tanti gli orrori, tante le memorie da non cancellare. Nemmeno quella delle vittime delle cosiddette “marocchinate”, ossia gli stupri di massa subiti dalle donne italiane durante la seconda guerra mondiale. A farsene portavoce in consiglio comunale è il capogruppo di Forza Italia Pier Luigi Baschieri, che ha seguito l’esempio di altre città.
«Non spetta a Mantova riscrivere la storia del secondo conflitto, ma un segnale per ricordare stupri di massa e le violenze subite dalle donne nel centro Italia dal 43 al 44 sarebbe una iniziativa unica da parte di un capoluogo. Si tratta di ricordare lo scempio delle “marocchinate”, termine comunemente usato per indicare le violenze fisiche e sessuali da parte delle truppe coloniali francesi inquadrate nel Corps Expeditionnaire Français».
Seppure le cifre di stupri e omicidi risultino a tutt’oggi difficilmente identificabili, nella seduta parlamentare del 7 aprile 1952 la deputata del Pci Maria Maddalena Rossi denunciò che solo nella provincia di Frosinone ci furono 60mila violenze da parte delle truppe magrebine del generale Alphonse Juin. «Facendo una valutazione generale, dalla Sicilia sino alle porte di Firenze, possiamo affermare che ci fu un minimo di 60mila donne stuprate con 180mila atti di violenze nei loro confronti», prosegue Baschieri. Per questo l’Associazione nazionale vittime delle marocchinate promuove oggi l’adozione di una mozione da parte dei comuni per istituire una giornata del ricordo di quei tristi fatti.